Massimo RestelliTelecom Italia si sbrighi a dare un netto taglio alle spese: lunedì scorso, secondo quanto rivela un consigliere, quando l'ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ha preso la parola durante il board del gruppo italiano di cui è primo azionista con il 22,8%, il messaggio per il capo azienda Marco Patuano è stato inequivocabile: Telecom ha bisogno (molto in fretta) di maggiore efficienza. La richiesta sarebbe peraltro stata subito condivisa anche dalla maggioranza degli altri 9 consiglieri (su 17 totali) non in quota Vivendi, che da tempo chiedono chiarimenti.Gli uffici sono al lavoro, ma l'obiettivo sarebbe di arrivare a circa un miliardo di risparmi entro la fine del piano industriale al 2018, comprimendo sia i costi operativi sia le spese generali e amministrative. E visto che Parigi vuole una risposta celere, Patuano dovrebbe portare il suo piano d'azione già al board che il 17 marzo approverà il bilancio (l'utile atteso si avvicina a 150 milioni, dopo oltre un miliardo di poste straordinarie). Restano poi le misure di solidarietà già in atto sul personale per coprire 2.600 esuberi.Il compito che Vivendi ha dato a Patuano acquista forza anche dal fatto che ha preceduto di poche ore l'ulteriore salita di Parigi al 22,8% del capitale, avvenuta tra martedì e venerdì scorso con un esborso stimato di 162 milioni. Vivendi, che aveva il precedente 21,4% in carico per 3,32 miliardi, ha comperato sia sul mercato, sfruttando la debolezza della Borsa (il titolo venerdì ha perso il 3,3%) sia ai blocchi.Avvicinandosi alla soglia dell'Opa obbligatoria (25%) de Puyfontaine ribadisce infatti implicitamente di considerare Telecom una pedina «strategica» sia nel consolidamento delle tlc sia sul fronte vitale dei contenuti. Secondo alcune ricostruzioni Vivendi sarebbe in pressing per acquistare da Mediaset la pay tv Premium, ma il gruppo italiano ha negato qualsiasi trattativa.La salita di Vivendi al 22,8% dovrebbe poi preparare, forse dopo l'estate, una riedizione del piano di conversione delle azioni di risparmio, accantonato qualche mese fa. Al momento mancano infatti le condizioni tecniche: il prezzo di recesso, calcolato per legge sulla media aritmetica degli ultimi 12 mesi, si attesterebbe attorno ai 90 centesimi e quindi oltre gli attuali corsi di Piazza Affari, dove le Telecom ordinarie passano di mano a 0,85 euro (in calo del 24% circa su base annua) e le risparmio a 0,69 euro (-16% circa).Il board farà poi il punto sulla partita sempre più ingarbugliata della banda ultralarga.
Enel ha infatti scritto all'Authority dell'Energia di non sentire l'urgenza di collegare i propri contatori in fibra. Un passo indietro a cui Telecom ha dato ieri una prima risposta, firmando con Huawei un accordo per sviluppare un modulo cellulare che trasformerà i contatori in «hub» per la domotica e l'Internet delle cose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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