Non basta vendere l'Argentina per evitare il downgrade del rating anche da parte di Standard & Poor's. Così, dopo Moody's, anche un'altra agenzia di rating ha classificato Telecom come «junk», spazzatura. Ieri la società italiana ha perfezionato la vendita della controllata Argentina a Fintech per 960 milioni di dollari, mentre il numero uno di Telefonica, César Alierta, ha concesso, al Sole24Ore, una lunga intervista che ha lasciato però molti dubbi a governo e sindacati. «Alierta rassicura di giorno mentre di notte vende l'Argentina - ha detto Michele Azzola, della Cgil -. Noi non vogliamo lasciare una storica e strategica azienda come Telecom in mani fragili e, quindi, insistiamo per l'intervento del governo, altrimenti l'azienda scomparirà, sopraffatta da un mercato spietato e da azionisti d'argilla».
La considerazione è discutibile ma, paradossalmente, è simile a quella fatta da un manager come Vito Gamberale che di Tim è stato anche direttore generale e ora, con il fondo F2i, è proprietario di Metroweb, società attiva nel settore delle reti a banda larga. Ovvio che Gamberale abbia interesse allo scorporo della rete di Telecom Italia, che gli spagnoli di Telefonica non sono intenzionati a fare, ma le sue considerazioni generali sull'azionista Telefonica non sono prive di fondamento. Per Gamberale, infatti, «gli spagnoli tendono a pagare i debiti propri con il cash flow degli altri». Secondo il manager, inoltre, il debito congiunto di Telecom e Telefonica è altissimo, «pari a 100 miliardi, 60 degli spagnoli e 40 del gruppo italiano. Il problema di Telecom è solo il debito, mentre il margine lordo è il più elevato tra quelli delle altre aziende europee». Secondo il manager, inoltre, «se servisse l'entrata di un soggetto pubblico in Telecom per la diffusione della banda larga sarebbe ben accetto, perché si tratta di un'emergenza per il Paese».
Alierta, che nell'intervista, ha specificato che Telefonica non salirà oltre il 15%, e che l'opzione di Telecom non sarà esercitata fino al 2015, ha scatenato anche i commenti del senatore Massimo Mucchetti che, sugli investimenti sulla banda larga, promessi da Alierta, rileva che «Telefonica è presente in Telco da 6 anni e gli investimenti potevano già essere fatti». Quanto al prezzo di Telecom Argentina, valutato troppo basso, Telecom ha ribattuto spiegando che la situazione nel Paese sudamericano è complessa e che il tasso di cambio è sceso, da gennaio, di oltre il 30%. L'ad Marco Patuano ha poi spiegato che con la vendita dell'Argentina «siamo ormai a metà piano. Per la vendita abbiamo sfruttato al meglio il valore dell'offerta». Quanto al rating per Moody's, la vendita dell'Argentina «è una buona operazione, ma non sufficiente per dare equilibrio al bilancio - ha commentato Carlos Winzer, vicepresidente dell'agenzia - il debito resta alto e anche se ogni azione del piano va nella direzione giusta, la posizione non è ancora abbastanza forte per cambiare l'outlook sul titolo».
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