Telefonica al bivio tra Vivo e Tim Brasil

Il Brasile è un avversario ostico per Telefonica. Ieri il periodico brasiliano Estadao ha spiegato che la società guidata da César Alierta ha perso il ricorso contro il provvedimento del Cade, l'Autorità antitrust del Paese, di fine 2013, che chiedeva al gruppo spagnolo di cedere la sua partecipazione in Telecom Italia o di far entrare un partner nell'operatore mobile locale Vivo. Secondo Telefonica, però, la decisione del Cade riguarda solo la multa da 15 milioni di reis (5 milioni di euro) legata all'accordo dello scorso anno con gli azionisti italiani di Telco, socio di riferimento di Telecom.
La compagnia spagnola, «contesta» questa decisione dell'Antitrust brasiliano e, dunque, non si esclude il ricorso in via giudiziaria. Nulla di nuovo ci sarebbe, sempre secondo Telefonica, sulla richiesta di cessione della partecipazione in Tim Brasil, detenuta attraverso la holding Telco. Telefonica, comunque, potrebbe, per il Cade, anche vendere Vivo, il maggior operatore mobile brasiliano, di cui dispone della quota di controllo. Il Cade, a dicembre scorso, dava a Telefonica diciotto mesi di tempo, cioè fino a giugno del 2015, per scegliere quale strada intraprendere. Certo è che l'Antitrust brasiliano sta cercando di accelerare i tempi. Sul piatto c'è la cessione di Tim Brasil ma anche lo scioglimento del patto Telco che detiene il 22,4% del capitale di Telecom, holding partecipata da Telefonica, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Generali. Ed è stata proprio la cessione di quote Telco a Telefonica quella sanzionata dal Cade. Gli spagnoli infatti sono passati dal 46 al 66% delle quote della holding e, in caso di scioglimento del patto, arriverebbero a detenere il 15% di Telecom in maniera diretta. Ora c'è chi, come Asati, l'associazione dei piccoli azionisti, ritiene che il cda di Telecom, recentemente eletto, abbia perso i requisiti di indipendenza che lo caratterizza. Per questo motivo potrebbe arrivare anche a deliberare una vendita di Tim Brasil.

L'ad Marco Patuano ha però sempre sottolineato che, per prendere in considerazione una vendita della controllata brasiliana, l'offerta dovrebbe essere davvero alta. E c'è già chi parla di cifre: tra i 9 e i 10 miliardi di euro. Ed è forse su questo che il mercato scommette spingendo il titolo ai massimi da tre anni: ieri +1,17% a quota 0,94 euro.

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