Politica economica

Tim, Giorgetti avverte: "Il controllo della rete rimane strategico"

Il ministro: "Valuteremo l'offerta di Kkr". E la Borsa scommette su un asse con Cdp

Tim, Giorgetti avverte: "Il controllo della rete rimane strategico"

Un asse tra Kkr e Cdp (con Macquarie) per un'offerta congiunta sulla rete Telecom. È questa, secondo gli analisti, l'unica via per risolvere il rebus delle tlc italiane. Anche e soprattutto alla luce della linea tracciata ieri dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e tenendo in considerazione i desiderata dell'azionista di maggioranza di Tim, la francese Vivendi (23% del capitale).

All'indomani del cda di Tim, che ha preso tempo fino al 24 febbraio per esprimersi sull'offerta presentata mercoledì dal fondo americano Kkr, il governo rimette un punto fermo sul dossier che riguarda la valorizzazione della rete Telecom (NetCo). «C'è da vedere la proposta di Kkr, cosa stanno dicendo a Tim, poi il governo che è in parte azionista (tramite Cdp ha il 10% del gruppo tlc, ndr) e in parte ha altri poteri valuterà quando avrà piena intelligenza della proposta. Loro ci hanno correttamente annunciato che avevano preparato e inoltrato a mercati chiusi la loro proposta, cosa che hanno fatto. Il controllo strategico della rete resta obiettivo non solo dichiarato, ma che cercheremo di praticare», ha detto Giorgetti.

Forte della possibilità di esercitare il golden power sull'operazione di cessione della rete, il governo lancia dunque un messaggio chiaro agli americani: la maggioranza dell'asset non sarà ceduta. E apre, di fatto, al confronto sulla possibilità di arrivare solo in cordata a rilevare la rete sulla quale gli americani avrebbero puntato 20 miliardi. Una via, quella di una alleanza, che porterebbe massimi benefici al titolo e accontenterebbe anche Vivendi che valuta la rete ben più di quanto offerto dagli americani. «Per quanto riguarda il valore dell'offerta spiega a il Giornale Andrea Trovarelli di Bestinver Securities i 20 miliardi di cui si parla possono essere sensati, ma non penso che una controfferta di Cdp possa discostarsi troppo da questa cifra. Nel caso in cui invece uniscano le forze Cdp e Kkr (e Macquarie), allora forse si potrebbe anche arrivare più vicini a quanto richiesto da Vivendi, senza considerare possibili earn-out derivanti dal via libera agli incentivi che il governo italiano starebbe studiando per i player del settore delle telecomunicazioni». Al momento pare che l'azionista francese pretenda almeno 24 miliardi.

D'altra parte le sinergie sono note: il fondo Usa è azionista di Fibercop (37,5%), la rete secondaria di Tim, quella che dagli armadietti in strada arriva nelle case degli italiani; mentre Cdp e Macquarie hanno in mano Open Fiber, la società della fibra.

A giochi aperti, il mercato per ora attende e ieri il titolo Telecom, che giovedì è stato protagonista di un importante rally, ha ripiegato chiudendo la seduta in calo dell'1,22% a 0,28 euro. Ma dove può arrivare il titolo in questo scenario? «Secondo le mie stime e la mia somma delle parti spiega Bestinver - Telecom dovrebbe valere almeno 0,70 euro ad azione, questo valutando NetCo 16,6 miliardi».

Il sogno di rivedere il titolo a quota un euro per ora resta sulla carta.

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