Tim torna alla cedola e alza i target

Nel 2019 utile a 1,3 miliardi e primo dividendo dopo sette anni. Scende il debito

Tim torna alla cedola e alza i target

Telecom torna al dividendo nella peggiore settimana di Borsa per il titolo, che solo ieri ha perso il 6% (-9% il giorno precedente) portando l'azione a nuovi minimi storici: 37 centesimi di euro. La cedola non è cospicua (1 cent per azione) ma era dal 2013 che la società non remunerava i soci ordinari. I titoli di risparmio (ai quali è obbligatorio pagare il premio), invece, riceveranno 2,75 centesimi.

Quanto ai risultati 2019 l'utile netto di Telecom è stato pari a 1,3 miliardi di euro, mentre la generazione di cassa è stata di 1,7 miliardi (+198% rispetto ai 578 milioni nel 2018) con il debito netto in diminuzione di 1,4 miliardi da inizio anno a 23,8 miliardi e di 473 milioni nel quarto trimestre. I ricavi sono stati pari a 18 miliardi (-2,6% su anno, escludendo Sparkle e ricavi da prodotto). L'ebitda confrontabile del gruppo nel 2019 è stato di 7,5 miliardi, in crescita dell'1,2% sul 2018, grazie all'ottimizzazione dei costi e a un saldo positivo delle partite non ricorrenti. Insomma, la grande paura per la contrazione delle tariffe mobili dovuta all'arrivo di un concorrente aggressivo come Iliad è passata anche se i ricavi domestici hanno comunque segnato un calo (-5,9%).

E poi c'è il piano strategico. Le aziende di telecomunicazioni in futuro non potranno che progredire, al di là della congiuntura più o meno favorevole. Basti pensare che con il coronavirus solo la rete consente una socialità sicura e tutte le funzioni di smartworking e intrattenimento. Ovvio, dunque, che ci siano fondi di investimento parecchio interessati allo sviluppo della rete in fibra. Telecom ha quindi garantito a Kkr un periodo di esclusiva per la presentazione di una offerta non vincolante per l'acquisto del 40% della rete secondaria in rame, in vista dell'integrazione con Open Fiber. Insomma, la rete in fibra sarà l'autostrada del futuro. Come il 5G del resto dove Inwit, controllata da Telecom e da Vodafone, sta costruendo l'altra autostrada intelligente, quella mobile, che se fosse già in funzione potrebbe misurare in un battere di ciglia la temperatura corporea dei cittadini anche per strada. Il futuro, perciò, promette bene anche se i retaggi del passato restano come il debito che il gruppo pensa di portare sotto i 20 miliardi entro il 2021. Nel piano al 2022 presentato dall'ad Luigi Gubitosi al cda riunito, ovviamente, in videoconferenza è prevista una notevole riduzione dei costi nel triennio del 10%. Precedentemente la base costi aggredibile era solo all'8 per cento.

La copertura broadband Fttc (fibra alla cassetta nei pressi dei condomini), attualmente all'81%, diventerà Ftth (fibra a casa) per il 40% della popolazione entro il 2023. Prevista la copertura nazionale per la rete 5G entro il 2025/26. Oggi alle 17 la conferenza stampa, virtuale, spiegherà nel dettaglio i piani della società.

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