Economia

Tim tratta in esclusiva, Oi è più vicina

Sul tavolo lo status di primo proponente. La partita della fibra in Italia

Tim tratta in esclusiva, Oi è più vicina

Tim stringe sul dossier Oi, l'operatore brasiliano di cui il gruppo guidato da Luigi Gubitosi vuole rilevare le attività mobili insieme Telefonica e Claro. La cordata, dopo aver portato a 2,7 miliardi la propria offerta, ha ottenuto da Oi un'esclusiva fino a martedì 11 agosto: sul tavolo c'è il riconoscimento a Tim del ruolo di «stalking horse», in sostanza un diritto di prelazione che Gubitosi potrà esercitare in autunno, quando partirà la vera asta competitiva.

L'altro pretendente Highline si dovrebbe ritirare ma anche se si presentassero altri offerenti, Tim, Telefonica e Claro avranno facoltà di pareggiare l'offerta migliore e aggiudicarsi la partita. Quello in discussione ora è, quindi, un passo intermedio per l'obiettivo di Tim di rafforzarsi in Sud America.

L'accordo - si legge in una nota di Tim Brasil - mira a garantire «sicurezza e celerità» alle trattative in corso con Oi e di consentire che, una volta concluse «in modo soddisfacente» le trattative tra le parti, gli offerenti possano essere prequalificati appunto come «stalking horse» (primo proponente) nella gara. Il contratto «prevede il suo rinnovo automatico per periodi uguali e successivi», salvo diversa indicazione di una delle parti.

Se lo shopping in Sud America appare essere una strada in discesa per Gubitosi, ben più complessa resta invece la partita tutta italiana per giungere a un unico operatore della rete. Il ministero dell'Economia avrebbe già predisposto un progetto per la nascita di un nuovo operatore strettamente regolamentato, con un soggetto a controllo pubblico come secondo azionista rilevante dopo la stessa Tim. L'obiettivo sarebbe integrare FiberCorp (e probabilmente anche Flash Fiber, joint venture Tim-Fastweb per la rete Ftth), con gli asset in fibra di Open Fiber. Quest'ultima è la società della rete controllata pariteticamente da Cassa depositi e da Enel.

Dopo il pressing effettuato del governo, Tim ha congelato fino a fine agosto l'offerta avanzata dal fondo Kkr per investire nella sua rete secondaria; questo nella speranza di vincere la ben più rilevante partita della fibra. Enel ha però priorità differenti per lo sviluppo di Open Fiber e soprattutto per una società della rete che sia indipendente. Vedremo se la moral suasion del ministero dell'Economia, che controlla Cdp (a sua volta socia al 9,9% di Tim) ed è azionista di maggioranza relativa di Enel al 23,6%, avrà la meglio.

E in quanto tempo.

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