Qualcosa si muove nell'intricato settore delle telecomunicazioni, ormai sempre più intrecciato con la tv a pagamento. Ieri At&t ha annunciato l'acquisizione di DirectTv, il più grande provider di tv via satellite, in un matrimonio da 48 miliardi di dollari. Nozze grazie alle quali è nato un gigante del mercato delle tv e delle telecomunicazioni, creando le condizioni per una totale integrazione tra il mercato telefonico e quello della pay tv. Una strada già battuta da Aol e Time Warner nel Duemila, ma senza successo.
Ora, però, i tempi sono maturi, tanto che Vodafone sta lavorando in Germania in questo senso, come Telefonica in Spagna, che ha avanzato un'offerta su Digital Plus. Per vendere larga banda dunque, ora più che mai, servono i contenuti. Ed è per questo che Telecom Italia ha stretto un accordo con Sky. E non bisogna dimenticare che, spesso in Italia, si è parlato di un possibile merger tra l'ex-monopolista Tlc e Mediaset, la prima tv commerciale del nostro Paese. Ma anche negli Usa il panorama è complesso. L'accordo, infatti, renderà possibile offrire, assieme alle linee telefoniche, fisse e mobili, collegamenti Internet ad alta velocità e abbonamento a tv a pagamento a molti più clienti rispetto al passato. Un pacchetto che sinora solo aziende via cavo, come Comcast, che è in via di fusione con Time Warner, erano in grado di offrire. Il merger dovrà essere sottoposto al vaglio delle autorità di regolamentazione federali e i consumatori temono un aumento delle bollette. Solo lo scorso anno, le tariffe della pay tv negli Stati Uniti sono aumentate del 5,1%, con una media di 64 dollari per abbonamento, tre volte il tasso di inflazione. E nel settore c'è già un altro grande merger in corso. Quello tra Time Warner Cable e Comcast unirà, infatti, i maggiori fornitori di tv via cavo nel Paese. Mentre ieri At&t si è portata a casa i 20 milioni circa di abbonati a DirectTv, azienda famosa per i suoi forti flussi di cassa e la capacità di innovare.
«L'industria delle telecomunicazioni ha bisogno di più concorrenza, non di più fusioni», ha detto John Bergmayer, un avvocato responsabile di Public Knowledge, un gruppo no-profit di difesa dei consumatori. «Questo accordo è una reazione all'affare tra Comcast e Time Warner Cable - ha detto Paul Gallant, analista di Guggenheim Securities -; mi aspetto che At&t e DirectTv troveranno un modo per differenziarsi contro Comcast, in modo da fondere la pay TV con il loro servizio wireless». Quanto all'operazione, gli azionisti di DirecTv riceveranno 28,50 dollari per azione in cash e 66,50 per azione in titoli At&t. La pay tv ha una valutazione di mercato di circa 43 miliardi, con un debito netto a quota 18 miliardi, mentre At&t ne vale 191 con un debito di 76.
La società Usa di Tlc ha già precisato che l'operazione risulterà farà crescere il business, per i suoi utili, entro i 12 mesi successivi alla chiusura del deal, aggiungendo che le previsioni per l'anno in corso «restano invariate», sebbene la vendita dell'asset America Movil, necessario per proseguire nella trattativa dato che DirectTv ha anche 18 milioni di abbonati in America Latina, potrebbe tagliare i profitti di circa 5 centesimi per azione.
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