In Toscana verranno chiusi 59 uffici postali, per lo più sparsi in collina e in montagna. Ma la Regione non si arrende e il governatore Enrico Rossi annuncia di essere pronto a chiudere le convenzioni con Poste Italiane - il cui valore si aggira complessivamente attorno ai 6,5 milioni - invitando i comuni a fare altrettanto.
«Chiediamo subito la costituzione di un tavolo, scriverò al governo e all'ad di Poste, Francesco Caio, perché si faccia a Roma nell'arco di una settimana-dieci giorni. Se non ci verrà dato, lotteremo». Come? Su Twitter, ieri Rossi ha minacciato: «Se non giungeremo a un accordo, ci mobiliteremo invitando gli anziani a ritirare i libretti di risparmio. Io ho mio padre che ce l'ha, lo farò».
La risposta di Poste Italiane è arriva a stretto giro: «L'azienda non si sottrae a ulteriori confronti che venissero richiesti dal governo» e «ritiene opportuno, per rispetto ai cittadini della Toscana, ribadire la sua intenzione di proseguire nella sperimentazione avviata dei servizi innovativi per il territorio e nell'adottare non l'iniziale programma di chiusure, ma quello definito in questi mesi nel dialogo con la Regione Toscana».
A marzo il gruppo guidato da Francesco Caio aveva presentato, a livello nazionale, un piano di chiusura di 455 sportelli che oggi servono un totale di 3.800 pensionati. In aprile l'attuazione del piano è stata fatta slittare a fine estate dopo l'avvio di un confronto con gli enti locali per mitigare l'impatto sociale.
La riforma del sistema postale studiata da Caio consiste anche nel consegnare la corrispondenza non più ogni giorno, ma a giorni alterni su una quota di popolazione che la Legge di Stabilità ha fissato al massimo nel 25 per cento.
Ipotesi finita sotto ai riflettori dell'Antitrust Ue: la Direttiva 97/67 (Regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari), considera infatti che «il servizio universale garantisce in linea di massima una raccolta e una consegna presso l'abitazione o la sede di persona fisica o giuridica, ogni giorno lavorativo, anche nelle zone remote e scarsamente popolate».
Intanto, scende da 340 a 262,4 milioni l'onere annuo per la fornitura del servizio universale da
parte di Poste nel quinquennio 2015-2019.Nell'ambito della spending review, la legge di stabilità ha tagliato 80 milioni: ma per non mettere in difficoltà il gruppo di Caio è prevista una compensazione fino a 89 milioni.
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