
Mentre il dibattito sui dazi è più aperto che mai e Donald Trump è riuscito a portare la pace in Palestina, il tycoon è sempre più vicino a mantenere un'altra sua promessa elettorale: la deregolamentazione del settore bancario. Le banche statunitensi auspicano un allentamento senza precedenti che, secondo le stime del Financial Times, potrebbe sbloccare fino a 2mila 600 miliardi di dollari di capacità di prestito e liberare 140 miliardi di capitale su Wall Street. Analizzando le previsioni, l'allentamento normativo potrebbe comportare un aumento del 35% degli utili per azione del settore bancario. In pratica, con la riduzione dei requisiti patrimoniali per le banche, Trump non punta solo a rafforzare la posizione dominante dei grandi gruppi americani, ma ad aumentare la loro capacità di finanziare ingenti investimenti nell'intelligenza artificiale e nei data center a costo di esporre il sistema finanziario globale a maggiori rischi. Uno dei principali beneficiari dovrebbe essere Jp Morgan, la più grande banca a stelle e strisce, che grazie alle nuove norme dovrebbe liberare circa 39 miliardi del suo potenziale, arrivando ad aumentare i profitti di almeno il 31 per cento.
Gli Stati Uniti potrebbero però essere solo il primo di molti paesi a muoversi in questa direzione.
Il Regno Unito ha già in programma una svolta per il suo settore bancario, puntando a ridurre i requisiti patrimoniali delle banche - che oggi vanno dal 10,5% al 16,3% - dell'8%. La situazione è invece più complessa per l'Unione europea dove gli accantonamenti prudenziali a livello patrimoniale per le banche continuano ad aumentare, con un ulteriore incremento previsto dell'1 per cento .