«Siamo pronti a dare un grande no a un cattivo accordo». Benché tirato per la giacchetta della Banca di Grecia, terrorizzata dal «doloroso percorso» su cui il Paese si incamminerebbe in caso di mancato accordo, Alexis Tsipras non arretra di un millimetro, abbassa ulteriormente la saracinesca del dialogo con la controparte e, di fatto, sancisce quello che tutti già sapevano: l'Eurogruppo di oggi non servirà a nulla.
L'estrema mediazione di una colomba come il cancelliere austriaco, Werner Faymann, volato ieri ad Atene per incontrare il premier ellenico, è stato l'ennesimo buco nell'acqua. I creditori, su cui Tsipras ha rovesciato insulti in serie martedì scorso, sostengono che «la palla è nel campo greco». Aspettano un nuovo piano: che non arriverà. Lo sanno bene. Ha ammesso il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem: le chance di un'intesa sono «molto poche». «Non credo a un accordo», gli ha fatto eco il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis. Le aspettative sono state così depotenziate da far dire ad alcune fonti comunitarie che il tempo dedicato ad Atene nel vertice di Strasburgo sarà «abbastanza breve».
Insomma: stallo totale, anche se i diversi organi - l'Euro Working Group e lo stesso Eurogruppo - sono pronti a riconvocarsi in via d'emergenza, anche nel fine settimana, nel caso di sviluppi. La deadline sarà la riunione dei capi di Stato e di governo della prossima settimana, ultimo appuntamento per trovare una soluzione per evitare l'insolvenza a fine mese, quando Atene deve rimborsa al Fmi 1,6 miliardi. Un punto di luce che tiene in vita le speranze di un accordo in extremis è però arrivato ieri dalla Bce, con la decisione di aumentare i fondi di emergenza Ela concessi alle banche elleniche da 83 a 84,1 miliardi. Mario Draghi non sembra dunque voler forzare la mano replicando con Atene quanto fatto con gli istituti di credito di Cipro, cui venne negata l'ossigeno finanziario costringendo il governo di Nicosia a capitolare con l'introduzione di limiti ai movimenti di capitali e con l'esproprio dei conti correnti.
Tsipras non appare comunque intimorito dallo spettro del default. Un incubo che sta tenendo in scacco i mercati (-0,71% Milano, spread a 150 punti). «Questa insistenza sul taglio delle pensioni - ha detto il premier greco - è incomprensibile. Se l'Europa insiste dovrà accettare il costo di una situazione che non darà benefici a nessuno». Il governo è convinto di aver fatto tutto il possibile eliminando gradualmente l'opzione del pensionamento anticipato dal 2016, una misura che genererà risparmi aggiuntivi per 2,5 miliardi nel periodo 2016-2022. Ma ai creditori non basta.
Poi ci sono altri due punti scoperti: il primo riguarda la ristrutturazione del debito, su cui l'Fmi sarebbe d'accordo ma non i ministri delle Finanze dell'area euro; l'altro il surplus di bilancio, dove Atene propone per quest'anno uno 0,75% e i creditori un 1%. «Per il 2015 chiedevamo un 3%, ora siamo scesi all'1% - ha ricordato il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici -. È falso presentarci come quelli che impongono l'austerità alla Grecia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.