Economia

Tutti gli errori dei piccoli investitori

Chi gestisce i risparmi con il fai-da-te spesso sbaglia a causa dell'emotività

Alla fine del 2016, rileva Assogestioni, circa l'85% delle masse complessive investite in fondi comuni erano detenute dalla clientela retail, direttamente o tramite gestioni patrimoniali e polizze unit linked. Si tratta di un ammontare pari a 779 miliardi di euro su un totale di 944 miliardi. Ma, come rilevato dalla stessa associazione delle società di gestione del risparmio, i clienti detengono di norma le proprie quote per una media di tre anni, un orizzonte di tempo insufficiente a beneficiare appieno dei cicli rialzisti dei mercati. I nostri comportamenti individuali, soprattutto in campo finanziario, non sono dominati dalla razionalità (il principio di conseguimento dell'utile), ma da scelte emotive. Ecco, dunque, i principali «errori» che si commettono quando si tratta di risparmio e una teoria che cerca di minimizzarne l'impatto.

LA TRAPPOLA DEL TEMPO

Spesso gli investitori dichiarano di essere disposti a investire su un orizzonte temporale di lungo periodo puntando su strumenti che vanno valutati nel corso degli anni (come i fondi azionari), ma poi si mettono a controllarli compulsivamente, pronti a disinvestire immediatamente di fronte a risultati negativi di periodo.

LA TRAPPOLA DELL'EMOTIVITÀ

I comportamenti dei risparmiatori di fronte ad un investimento rischioso come le azioni risultano essere sub-ottimali. I titoli sono comprati quando il mercato cresce e venduti quando il mercato scende. Perché si fa questo? L'individuo ama imitare i comportamenti attuati dalla maggioranza delle persone e tendono a evitare di trovarsi da soli in situazioni di forte rischio in modo da condividere con altri la scelta, giusta o sbagliata che sia.

LA TRAPPOLA DELLA LIQUIDITÀ

Spesso i risparmiatori non investono nelle asset class più rischiose come le azioni perché aspettano «il momento giusto per entrare», perdendo così opportunità di investimento interessanti. Essi tendono a conservare gli investimenti in strumenti monetari che, in un contesto come quello attuale, possono far registrare anche rendimenti negativi.

LA «SPINTA GENTILE»

Secondo il premio Nobel per l'economia 2017 Richard Thaler, occorre una «spinta gentile» per indirizzare gli individui ad assumere comportamenti che possano procurargli maggiori vantaggi rispetto a quelli che attua emotivamente. Anche in ambito finanziario, perciò, occorre un attore che «suggerisca» le scelte.

OL

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