La Ue fa un favore a Telecom: «Agcom non tagli le tariffe»

Finalmente una buona notizia per Telecom Italia. L'Ue ha infatti formalmente chiesto ad Agcom di ritirare o modificare la sua proposta per i prezzi di accesso all'ingrosso (unbundling) alla rete in rame. Per Bruxelles Agcom «ha fissato le tariffe sulla base di dati inappropriati» e queste hanno «il potenziale di danneggiare» gli investimenti nella banda larga.
Una battaglia lunga quella di Telecom, iniziata con vigore dall'ex-presidente Franco Bernabè, quanto l'Authority per le tlc nostrana aveva deciso di portare le tariffe unbundling da 9,26 a 8,68 euro ad utente. Tariffe retroattive che avrebbero assestato una riduzione al margine lordo di Telecom di circa 100 milioni. Quando la decisione venne presa, nel luglio scorso, i concorrenti di Telecom, gli unici davvero interessati alle tariffe tra operatori, si erano detti parzialmente soddisfatti. L'ex-monopolista non ha però mollato la presa e, complice una Ue che ha già tagliato a più non posso le tariffe a vantaggio dei consumatori, è riuscita a far valere le sue ragioni. Anche perchè questa decisione non pesa sul consumatore finale ma solo sugli operatori. E se l'Agcom non si adeguerà alle richieste sulla modifica dei prezzi, la Commissione Ue «potrebbe prendere in considerazione ulteriori opzioni legali». Tra cui l'apertura di una procedura d'infrazione. Soddisfatto ovviamente, l'ad Marco Patuano. «Non possiamo che condividere l'orientamento della Ue - ha detto - che è pro investimenti». Meno contenti i concorrenti e l'Agcom, che ha ribadito la sua autonomia, in fatto di tariffe, dal regolatore europeo della cui opinione comunque dovrà tenere conto.
Ieri inoltre sono arrivate le prime indicazioni di voto dei fondi in vista dell'assemblea del 20 dicembre prossimo. I piccoli azionisti di Asati scommettono su una buona affluenza ma non sulla vittoria, mentre Marco Fossati sarebbe addirittura portato a ritenere di poter vincere la partita, sfiduciando il cda. Del resto, a far pendere l'ago della bilancia dalla sua parte, sono arrivate diverse indicazioni di voto, nei giorni scorsi, dai proxy advisor. Tanto Iss che Glass Lewis hanno suggerito ai fondi di votare a favore della «mozione Fossati». In assemblea è atteso circa il 50% degli aventi diritto e, a favore di Fossati, potrebbe votare oltre il 20%. Ma, secondo il consigliere Gabriele Galateri che è anche presidente di Generali, «in questo momento a Telecom serve stabilità per attuare il piano predisposto dall'ad Patuano, che è valido».
Quanto ai temi legati all'unbundling Patuano sostiene che la sua società darà un contributo decisivo alla digitalizzazione del paese.

All'orizzonte potrebbe esserci un'altra notizia positiva. Secondo Intermonte nella riunione del 19 dicembre Agcom potrebbe anche decidere per una leggera revisione al rialzo dell'unbunbdling, recependo la richiesta europea. Ieri però in Borsa Telecom ha perso lo 0,82%.

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