Nulla di fatto. Anche se forse raggiungere un risultato in tempi brevi non era nell’ordine delle cose. Il vertice di ieri tra le Fondazioni azioniste di Unicredit, che rappresentano il 12% circa del capitale, ha sortito un solo effetto. La lista dei candidati consiglieri «sarà presentata il 16 aprile», a dichiarato al termine del summit il presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Marco Cammelli. Si tratta dell’ultimo giorno utile in vista dell’assemblea romana dell’11 maggio.
«Non abbiamo deciso nulla», ha tagliato corto il presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Giovanni Puglisi, sottolineando che «non si è parlato» del futuro numero uno della banca guidata da Federico Ghizzoni, ma di «procedure». In realtà, le difficoltà tecniche riguardanti la composizione del nuovo cda hanno fatto passare in secondo piano la selezione del successore di Dieter Rampl. Il problema, infatti, è costituito dalla versione «snella» del nuovo board che sarà composto da 19 consiglieri. Non tutti gli Enti di origine bancaria potranno essere rappresentati ma quasi nessuno è pronto a rinunciare al proprio diritto di tribuna. In particolare, secondo quanto si apprende, proprio la Fondazione Banco di Sicilia che ora è allo 0,3 per cento. All’incontro di ieri hanno preso parte il numero di Fondazione Cariverona Paolo Biasi, mentre la Crt è stata rappresentata da Andrea Comba e dal suo vice Giovanni Quaglia. A Milano c’erano anche Andrea Landi di Carimodena, Massimo Paniccia di CrTrieste e Gianni Borghi di Manodori. Un escamotage potrebbe essere trovato facendo convergere le «piccole» su uno o due nomi che possano essere reciprocamente graditi.
Ma ci vorrà ancora del tempo e non è escluso che la prossima settimana (l’11 aprile dovrebbe svolgersi un nuovo meeting allargato ai nuovi soci privati Della Valle e Caltagirone), l’impasse possa sbloccarsi. Anche grazie alla mediazione del vicepresidente Unicredit, Fabrizio Palenzona, che da mesi ormai lavora per il raggiungimento di un’intesa che soddisfi tutti gli azionisti. Ieri anche Palenzona era a Milano ma ha solo precisato che «c’è un mese di tempo» per decidere sull’interlocking. Pare assodato che il numero uno di Adr opti per Piazza Cordusio lasciando il board di Mediobanca.
«Il nome del presidente lo dobbiamo ancora trovare, ma sono tutti bravissimi», ha ribadito ieri Comba.
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