
Unicredit avrebbe ridotto la propria partecipazione in Generali attorno al 2%, dopo essere arrivato in primavera a detenere circa il 7 per cento. Si era, infatti, presentato in assemblea con il 6,49 per cento. L'indiscrezione, riportata da Bloomberg, ha poi trovato conferme ufficiose. Il ridimensionamento della partecipazione era iniziato già in estate con il taglio al 5% e proseguito con vendite mirate, che hanno permesso alla banca di realizzare plusvalenze interessanti. Secondo le stime, l'incasso aggiuntivo, potrebbe aggirarsi tra i 250 e i 500 milioni a seconda che la posizione sia stata costituita un anno fa (o anche prima) oppure nel corso del 2025 quando le quotazioni si erano già avvicinate alla soglia dei 30 euro, superandola successivamente.
All'assemblea di aprile l'ad di Unicredit, Andrea Orcel (in foto), aveva stupito i mercati sostenendo la lista di minoranza promossa da Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, in aperta contrapposizione alla maggioranza che ha poi riconfermato Philippe Donnet alla guida del Leone e Andrea Sironi alla presidenza.
Lo stesso ad di Unicredit, intervenendo il 17 giugno alla Ceo Conference di Mediobanca, aveva però chiarito che l'operazione non aveva finalità industriali. "L'investimento in Generali non è strategico. Lo ridurremo e nel tempo usciremo del tutto", aveva dichiarato. Nessuna tentazione, dunque, di costruire legami più stretti sul fronte assicurativo, come aveva ribadito anche a fine maggio replicando a Carlo Messina. Allora, dal congresso della Fabi, il numero uno di Intesa Sanpaolo aveva ironizzato: "Se Unicredit decidesse di scalare Generali la prima cosa che farei sarebbe chiamare Andrea Orcel e dirgli Fermati". La replica di Orcel non si era fatta attendere. "È assolutamente da escludere" una ipotesi di takeover.
Il disimpegno di Orcel assume un significato politico-finanziario ancora più marcato alla luce degli equilibri azionari di Generali. Con l'1,9% di Mediobanca, consegnato all'Opas del Monte dei Paschi, la banca milanese aveva preso una posizione forte, confermata anche dal voto contrario all'Ops su Banca Generali, ultima e disperata mossa difensiva di Alberto Nagel.
Il successo di Siena è, quindi, coinciso con l'uscita dalla galassia di Piazzetta Cuccia, nel solco di quanto già avvenuto nel 2019 quando l'ex ceo Jean Pierre Mustier salutò a sorpresa la compagine.Ieri Unicredit ha chiuso in progresso dello 0,2%, mentre Generali è salita del 2%. Nel tardo pomeriggio Fitch ha migliorato il rating di solidità finanziaria del Leone e delle sue principali controllate a AA- da A+.