Appena terminato il faccia a faccia sui numeri finanziari del primo semestre, vinto da Ca' de Sass (1,27 miliardi di utili netti contro 1,1 miliardi), un'altra sfida, sulle quote rosa, vede ora fronteggiarsi le prime due banche italiane, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Dal 12 agosto è diventata operativa la legge Golfo-Mosca, che stabilisce che il 20% dei posti disponibili negli organi di amministrazione e controllo delle società, sia quotate sia pubbliche, venga riservato alle donne.
Le aziende non sono chiamate ad allinearsi il giorno stesso, ma in occasione del primo rinnovo degli organi, in genere di durata triennale. Dopo il 2015, invece, la legge sulle quote rosa stabilisce che l'incidenza femminile debba salire a un terzo in ogni cda (o consiglio di gestione o di sorveglianza). L'istituto guidato dall'ad Federico Ghizzoni, con il rinnovo del board di maggio, si è già allineata al primo step, sicché ora in consiglio di amministrazione un quinto dei 19 componenti totali è prerogativa femminile. Si tratta di Henryka Bochniarz, Helga Jung, Marianna Li Calzi e Lucrezia Reichlin, in taluni casi new entry e in altri conferme ai vertici di Piazza Cordusio. Con il nuovo board che Unicredit nominerà nel 2015, invece, ipotizzando che i consiglieri restino 19, il numero di donne dovrà salire a sette.
Tutto praticamente ancora da fare, invece, per l'altra «big» bancaria italiana, Intesa, che sarà alle prese con il rinnovo degli organi di amministrazione nella primavera del 2013 e che al momento appare piuttosto indietro sulle quote rosa. Basti pensare che dei 28 consiglieri totali tra cdg e cds uno soltanto è femmina, cioè Rosalba Casiraghi. Quest'ultima, che tra le altre cose è presidente di Nedcommunity, l'associazione degli amministratori non esecutivi e indipendenti, in Intesa siede nel cds in quota Assogestioni, mentre il cdg della banca, l'organo amministrativo, è composto soltanto da uomini.
Dalla prossima primavera la musica però dovrà cambiare e, ammesso che i membri del consiglio di gestione restino nove, almeno due posti accanto all'ad Enrico Tomaso Cucchiani dovranno colorarsi di rosa. In cds, invece, ad affiancare Casiraghi (ipotizzando una sua riconferma) dovranno essere altre tre donne.
Fino al 2011, prima di diventare ministro del Lavoro, un'altra donna sedeva nel cds di Intesa nel ruolo di vicepresidente: Elsa Fornero, espressione della Compagnia di Sanpaolo (primo socio di Ca' de Sass al 9,72%). E proprio da ambienti vicini all'ente torinese, anche in virtù del precedente-Fornero, è probabile che giunga almeno una delle donne destinate a salire ai vertici di Intesa.
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