Carlo Cimbri straccia la richiesta di aiuto spedita da Giovanni Berneschi per la «sua» Carige e, con un blitz, mette al sicuro la prevista fusione a quattro tra Unipol e le ormai ex compagnie assicurative dei Ligresti. L'operazione, destinata a chiudersi entro questa mattina e affidata alle cure di Mediobanca, punta a rastrellare tra il 20 e il 35% delle azioni di risparmio della Milano, offrendo in cambio un premio del 3% sulla chiusura di Borsa di ieri (0,818 euro). In sostanza una «mini-Opa», ma riservata agli investitori istituzionali, con cui Bologna si vuole assicurare il risultato della speciale assemblea di categoria: il 20% corrisponde al quorum minimo di partecipazione.
«Unipol non ha allo studio alcun dossier Carige», ha invece tagliato corto Cimbri, mentre accompagnava gli analisti tra i numeri della semestrale: a giugno l'utile del gruppo er a a quota 202 milioni (381 il risultato ante imposte), ma difficilmente confrontabile con 126 milioni ottenuti un anno prima, perché questi non tenevano conto delle ricadute dell'acquisizione del gruppo Premafin-Fonsai. La raccolta diretta è salita del 10,5% pro-forma a 9,097 miliardi, sostenuta dal boom del Vita (+48,8% a 3,9 miliardi) mentre ha frenato il Danni (-8,1% a 5 miliardi) che però ha visto migliorare la variabile chiave della redditività: il combined ratio è ora pari al 92,2%, contro il precedente 97,9%. Il margine di solvibilità è invece 1,6 volte i requisiti regolamentari, con un excess capital di 2,8 miliardi. Un livello di solvency «non dissimile» da quello che avrà anche il nuovo big delle polizze Unipol-Sai, ha precisato Cimbri: «sarà circa l'1,5 volte. Allo stesso modo , ha proseguito, c'è tutta l'intenzione di remunerare» i soci con i dividendi, secondo il percorso tracciato dal piano industriale. Resta, tuttavia, esclusa la possibilità di jumbo dividend legato alle cessioni chieste dall'Antitrust per un totale di 1,7 miliardi di premi: in pole position ci sarebbe Buffett.
In sostanza, avanti tutta sull'integrazione con l'ex gruppo Ligresti (le assemblee sono attese in ottobre e la nuova società nascerà entro Natale), senza lasciarsi tentare troppo dall'offerta di Berneschi ,con cui Unipol si sarebbe trovata tra le mani il 27% di Carige, coronando quel sogno di «avere una banca» cullato dalle coop rosse azioniste fin dai tempi di Bnl. «Ho visto ipotesi di percentuali e quote. Come è nostro costume non ci cimentiamo in comunicati, ma è di tutta evidenza da un lato che il gruppo è totalmente impegnato nel progetto di integrazione» con l'ex casa Ligresti, «dall'altro non è, né potrebbe essere interessato a compagnie Danni», ha puntualizzato Cimbri, ricordando il diktat del Garante. Come se non bastasse Bologna, ha proseguito il top manager, non è poi interessata a rafforzarsi neppure nel Vita dove ha già una serie di alleanze di bancassurance. Sul resto - ha aggiunto - «non dico altro, mi sembra una situazione confusa tra soci e dirigenti».
Una chiusura netta, anche se il credito continua ad essere una ferita aperte nei conti del gruppo: Unipol Banca ha chiuso il semestre con un risultato ante imposte negativo per 88 milioni, dopo 223 milioni di rettifiche per rimediare ai crediti deteriorati. Tanto che - ha ammesso l'ad - se ci saranno altre svalutazioni, Unipol sarà costretta a ricapitalizzare nuovamente la controllata.
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