Vicenza, Moody's «avvisa» le banche

L'agenzia di rating: «La partecipazione al fondo Atlante peserà sul capitale». Unicredit sotto tiro in Piazza Affari

Camilla Conti

Il fondo Atlante ha sicuramente alleviato il peso dell'aumento di capitale della Popolare di Vicenza dalle spalle di Unicredit. Che rischia, però, di ritrovarsi con una zavorra peggiore in termini di patrimonio.

Almeno così la pensano gli analisti dell'agenzia di rating Moody's, secondo cui la partecipazione ad Atlante è negativa per il merito di credito degli istituti che vi aderiscono. Unicredit e Intesa Sanpaolo sono, infatti, le due banche italiane che daranno il maggior contributo al fondo con circa un miliardo di euro ciascuna. Atlante potrà così sottoscrivere gli aumenti di capitale delle banche che sono a rischio di risoluzione e acquistare quei crediti deteriorati che non hanno mercato. E soprattutto prenderà il posto di Unicredit nel garantire la ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza contestuale alla quotazione in Borsa, mettendo sul piatto al posto suo 1,5 miliardi di euro. Questo da una parte ridurrà l'esposizione della banca ad Atlante, ma ne ridurrà il buffer di capitale rispetto alle altre che vi partecipano.

In attesa che Atlante riceva il via libera ufficiale della Banca centrale europea, Moody's avverte infatti che Francoforte potrebbe richiedere un aumento dei requisiti alle big nostrane del credito. E il coefficiente patrimoniale dell'istituto di Piazza Gae Aulenti, si attesta al 10,73% rispetto al minimo regolamentari del 10% preteso dalla Bce (Intesa ha un Cet 1 del 13% contro il 9,5% chiesto dalla Bce). Dedurre l'«obolo» nel fondo Atlante dal patrimonio di vigilanza, significherebbe quindi ridurre il cuscinetto di Unicredit rispetto ai requisiti prudenziali e i sottoscrittori delle obbligazioni additional Tier 1 potrebbero restare senza cedola.

L'allarme dell'agenzia di rating è subito riecheggiato in Piazza Affari, dove ieri il titolo Unicredit ha archiviato la seduta lasciando sul terreno il 5,3% a 3,3 euro, dopo essere stato anche sospeso per eccesso di ribasso nel corso della seduta. Negli ultimi sei mesi le azioni del gruppo milanese hanno perso più del 45% del loro valore (-48,1% nell'ultimo anno).

Male anche le altre banche con l'indice Ftse Mib sceso dell'1,52%: Ubi, terzo istituto partecipante al fondo per contributo con 200 milioni di euro, ha ceduto il 5%, Mediobanca il 4,1%, Intesa il 2,4%, Bper il 3,4 per cento.

Secondo il report diffuso ieri dall'agenzia americana, Atlante sarà invece un vero toccasana senza effetti collaterali per quelle che il mercato considera - oltre alle popolari venete - le due vere «malate» del sistema ovvero il Monte dei Paschi e Carige, che hanno contribuito al fondo rispettivamente per 50 e 20 milioni di euro e che ieri hanno chiuso in Borsa con un -2,9 e -3,4 per

cento.

L'effetto Moody's ha, dunque, fatto dimenticare le buone notizie arrivate venerdì dall'Ecofin, che ha escluso di avere allo studio misure per imporre limiti alla detenzione di titoli di Stato da parte delle banche.

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