Economia

Visco frena sul taglio tasse: "Non si fa in deficit"

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha rimarcato come non sia possibile finanziare in deficit i tagli d'imposta di natura strutturale

Visco frena sul taglio tasse: "Non si fa in deficit"

L'Italia "non può ripetere errori come quelli del passato" e non può "finanziare in deficit tagli di imposta di natura strutturale". È quanto ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nell'incontro online "L'economia italiana in Europa: la sfida della convergenza" organizzato dalla Fondazione Astrid. Secondo Visco si può, però, discutere “di come spendere bene" tanto che ha ricordato come in Europa in questo momento ci siano in campo "politiche volte a riportarci su un tasso di crescita" per recuperare i livelli pre pandemia.

Il problema del debito, ha aggiunto il governatore, "non è stato cancellato: ora non è visto come un problema, ma al fondo resta. Abbiamo un livello di debito al 160% del Pil, la media è 100 e l'obiettivo di un tempo era il 60%. Nessuno vuole che torni a quei livelli in fretta, però è evidente che non possiamo ripetere errori come quelli del passato", ha spiegato Visco che ha rimarcato come non sia possibile "finanziare in deficit i tagli d'imposta di natura strutturale come molti pensano si possa fare. Non lo possiamo fare".

"Possiamo discutere di come spendere bene" ma "non possiamo continuare a pensare che il deficit spending sia un elemento strutturale di aggiustamento dell'economia", ha ribadito Visco. Nel suo intervento il governatore riserva un passaggio anche alle banche dichiarando che nell'Unione europea per tale comparto "ci sono state una serie di interventi, da ultimo l'Unione bancaria" e "tutti quei lavori che hanno comportato le difficoltà anche nel risolvere le crisi bancarie" che "forse prima si risolvevano in modo diverso, con una moral suasion non da tutti apprezzata". Ma di fatto, ha ricordato Visco, "abbiamo portato all'estremo la messa insieme di molti sistemi diversi in Europa rispetto a quelli di partenza".

Per il governatore della Banca d’Italia si può rilanciare la crescita italiana mettendo al primo punto una crescita della produttività. Su questo fronte, però, il problema è un altro e cioè che"le imprese non riescono a cogliere le opportunità di innovazione che il cambiamento tecnologico ha dato". Lo stesso Visco ha evidenziato che uno dei problemi di fondo è quello di riequilibrare la struttura del sistema produttivo che è "straordinariamente sbilanciata verso le imprese piccole e troppo piccole". Per il governatore in Italia "c'è una capacità imprenditoriale notevole a livello anche di piccole imprese che riescono a stare alla frontiera, ma se guardiamo alla produttività del lavoro, vediamo che quella delle piccole imprese italiane con meno di 10 addetti è inferiore non solo rispetto alle imprese più grandi ma anche rispetto a quelle delle stesse dimensioni degli altri Paesi".

Altro tema toccato è quello dei fondi europei. Visco giudica il Next Generation Eu come un intervento eccezionale e non stabile nel tempo e, per questo, è un elemento di interesse dell'Italia e degli altri Paesi che ci siano controlli sulla spesa dei fondi. "Abbiamo un'Europa che si finanzia sul mercato per quantitativi molto alti, che ha un conto corrente con la Banca centrale europea attraverso cui vengono distribuiti i fondi e che agisce in maniera centrale anche nella fase di sorveglianza e di verifica". Questo non vuol dire che "c'è la Troika", ha sottolineato il governatore, ma piuttosto "è un elemento che è nel nostro interesse avere. Chi per primo deve sorvegliare sono i Paesi".

"Bisognerà accompagnare gli interventi post Next Generation Eu con dimostrazioni chiare di buon utilizzo dei fondi che arriveranno", ha infine concluso Visco.

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