Giuseppe Vita sarà il successore di Dieter Rampl alla presidenza di Unicredit. Come anticipato dal Giornale, i grandi soci della banca di Piazza Cordusio hanno manifestato unanime convergenza sulla candidatura del presidente di Allianz spa e del comitato di sorveglianza di Axel Springer.
La riunione, iniziata in mattinata alla presenza delle Fondazioni maggiori (Crt, Cariverona e Carimonte) si è poi via via allargata agli altri enti con quote minori (CrTrieste, Banco di Sicilia, Manodori e Cassamarca) e ai soci privati, inclusi i rappresentanti di coloro che sono entrati in seguito al recente aumento di capitale (Francesco Gaetano Caltagirone e Della Valle). Anche se Vita partiva in pole position, il confronto è stato «serrato» e una sorpresa finale, in linea di principio, non avrebbe potuto essere esclusa. Tant’è vero che l’altro «papabile» Gian Maria Gros-Pietro ieri era a Milano.
L’abile regia diplomatica del vicepresidente di Unicredit in quota Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, e la capacità di raccordo con l’azionariato dell’amministratore delegato Federico Ghizzoni, alla fine, sono risultate determinanti nel raggiungimento del risultato. Il capitolo-presidente, infatti, non rappresentava la vexata quaestio. Il profilo internazionale di Giuseppe Vita nelle ultime due settimane aveva convinto praticamente tutti. Le minoranze tedesche (e ovviamente Allianz) per la familiarità con il «germanesimo», il socio di Abu Dhabi, Aabar (primo azionista col 6,5%) e i fondi BlackRock e Capital Research per il connotato fortemente market oriented e la componente italiana per professionalità e anche per un pizzico di patriottismo. Ieri il presidente di Cariverona, Paolo Biasi, ha manifestato il proprio formale assenso alla designazione e la partita si è chiusa. Il comitato governance di Piazza Cordusio ha accolto l’indicazione e l’ha così raccomandata al dibattito assembleare dell’11 maggio prossimo. «Scelta eccellente», ha commentato l’attuale presidente Dieter Rampl.
A Palenzona va riconosciuto il merito di aver evitato che il confronto degenerasse. E aver trovato quella quadratura che consentirà ai vari azionisti di potersi ritenere più o meno soddisfatti. Nel prossimo board a 19 componenti - dei quali faranno parte Vita e Ghizzoni - l’equilibrio è stato trovato con l’assegnazione di 7 posti alle Fondazioni, 2 rispettivamente ai soci italiani e ad Aabar (che dovrebbe essere rappresentata da Luca di Montezemolo), 4 ai soci internazionali e uno a testa per Allianz e agli indipendenti. Queste ultime due poltrone saranno occupate dalle riconfermate Helga Jung e Lucrezia Reichlin. Le altre due «quote rosa» saranno la presidente della Confindustria polacca Henryka Bochniarz (in quota «internazionali» tra i quali ancora Manfred Bischoff) e probabilmente la leader uscente degli industriali Emma Marcegaglia.
I sette posti delle Fondazioni saranno così ripartiti: due a testa per Crt (Palenzona e Marocco) e Carimonte e uno per Cariverona («Meglio uno solo ma buono», si apprende in ambienti scaligeri) che dovrebbe designare Candido Fois. Quest’ultimo può aspirare alla vicepresidenza assieme a Palenzona giacché il numero dei vice di Vita non è stato ancora definito.
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