Oggi a Lione si deciderà il vincitore della battaglia navale su Fincantieri-Stx. Dal vertice bilaterale fra Paolo Gentiloni e Emmanuel Macron è atteso il verdetto su chi comanderà nel capitale dei cantieri di Saint Nazaire.
Nonostante l'ottimismo ostentato nelle ultime ore sia da Roma sia Parigi, le indiscrezioni raccolte ieri dal Giornale in ambienti industriali ben informati riferivano una sorta di vittoria di Pirro per Fincantieri (che ieri in Piazza Affari ha perso il 2 per cento). Ovvero una divisione del capitale 50 e 50, come proposto dai francesi, con una governance neutra e dunque senza concessioni sul fronte delle poltrone di comando.
Nel dettaglio, il pacchetto di Stx in mano ai francesi sarebbe composto dal 33,6% posseduto direttamente dal governo Macron, poco meno del 2% verrebbe dato ai dipendenti del cantiere e un 15% andrebbe per circa 20 milioni di euro alla Naval Group, che otterrebbe anche un posto in cda con diritto di veto mentre Fincantieri non potrebbe impegnarsi in costruzioni militari con Stx France fatta eccezione per gli ordini realizzati dalla Francia o ordini per le esportazioni che riguardano navi del tipo Mistral. Naval Group fino al giugno scorso si chiamava Dcns, è controllata per due terzi dal governo francese e per il restante dalla multinazionale Thales, che costruisce navi militari (compresi i sottomarini) e che con Fincantieri ha un rapporto consolidato avendo sviluppato insieme i programmi Orizzonte e Fremm. Quando ancora era in sella il presidente Hollande, l'Eliseo avrebbe voluto usare proprio Dcns come «fermaporta» all'avanzata tricolore nel capitale di Stx France. Ma la stessa Dcns, pardon Naval Group, sarebbe a sua volta entrata da tempo nel mirino del gruppo guidato da Giuseppe Bono. E se fra qualche tempo finisse sul mercato e Fincantieri se la comprasse, i pesi nel capitale si ribalterebbero con un socio oggi in quota francese portato nella metà campo italiana di Stx. Su questo terreno si giocherebbero dunque i supplementari della partita industriale. Secondo Les Echos il summit di Lione potrebbe aprire il cantiere sull'alleanza nel settore della Difesa tra Naval Group e Fincantieri: «In un primo tempo» si andrà verso «uno scambio di partecipazioni reciproche del 10% circa», scrive il quotidiano francese, ma verranno comunque istituiti dei gruppi di lavoro sostenuti dai ministeri della Difesa di Parigi e Roma per agevolare l'avvicinamento tra le due società.
Al vertice di Lione non si parlerà solo di cantieri navali. Perché resta ancora da sciogliere il nodo delle tlc. È slittata nuovamente (inizialmente fissata lunedì 25, è stata in prima battuta rimandata a ieri per essere poi rinviata a domani) la riunione del comitato tecnico sul Golden power, che deve valutare se Vivendi abbia violato le norme sulla trasparenza in merito al controllo assunto in Tim. E sempre domani si riunirà il cda di Tim a Roma per scegliere il nuovo ad del gruppo. Il verdetto del comitato tecnico pare ormai scontato e in linea con quello della Consob di un controllo de facto dei francesi su Telecom.
Si aprirà così un negoziato tra le parti che potrebbe riguardare la governance della compagnia telefonica e alcuni suoi asset, in particolare Sparkle.In base alle carte che Macron oggi calerà sul tavolo dei cantieri, Gentiloni domani deciderà le sue mosse su quello delle tlc.
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