Economia

Vivendi si riporta al 23% di Telecom

Parigi acquista un altro 1,5% e media i prezzi di carico

Maddalena Camera

Vivendi compra ancora azioni Telecom Italia. La società presieduta da Vincent Bollorè, torna dunque a detenere una quota azionaria simile a quella posseduta prima della conversione dell'obbligazione convertibile l'11 novembre scorso. In quel frangente Vivendi era scesa dal 24,6% a poco meno del 22%, precisamente al 21,91%, dopo la conversione obbligatoria del bond emesso da Telecom Italia. Questa operazione ha permesso al gruppo guidato da Flavio Cattaneo e Giuseppe Recchi di ridurre il debito a 25,4 miliardi tramite la conversione da 1,3 miliardi (il prezzo definitivo della conversione è stato pari a 0,7634 euro). Il debito prima della conversione dell'obbligazione, reso noto con la presentazione dei conti dei primi nove mesi, era infatti pari a 26,7 miliardi.

Vivendi aveva dunque dovuto diluire la sua partecipazione a causa dell'emissione di nuove azioni. Ieri però il gruppo Parigino ha annunciato la risalita al 23,15% di Telecom. Un'operazione effettuata comperando comprando in Borsa quasi l'1,5%. Pacchetto che oggi vale circa 140 milioni di euro. Gli azionisti francesi danno fiducia al management dato che l'ex-monopolista nel terzo trimestre 2016 ha presentato i conti migliori degli ultimi 10 anni.

Per Vivendi la diluizione è stata anche l'occasione di mediare il prezzo di carico di Telecom. Il gruppo francese è diventato azionista della società italiana nella primavera del 2015. In seguito ha rastrellato sul mercato pacchetti di titoli fino ad arrivare alla soglia d'Opa. Il problema di Vivendi è che il prezzo di carico delle azioni è piuttosto alto: circa 3,1 miliardi, vale a dire un prezzo medio per azione di quasi 1,1 euro. Vivendi ha dunque approfittato della debolezza del titolo Telecom, sceso ora sotto 0,80 cent, non solo per ritornare alla quota detenuta ma anche per abbassare il prezzo di carico. Il colosso francese ora potrebbe rastrellare nuovi pacchetti e riportarsi appena sotto il 25%, che è il limite oltre il quale un singolo azionista non può spingersi senza procedere all'Opa, ossia all'acquisto dell'intera società.

E sul fronte della guerra con Mediaset per la mancata acquisizione della pay tv Premium, secondo Bloomberg Vivendi si sarebbe mossa per ottenere alcune spese legali. Queste ultime riguarderebbero la scelta di Mediaset di ritirare la querela presentata per il sequestro del 3,5% delle azioni di Vivendi.

Pare dunque che la ritrovata sintonia tra le due società sia ancora lontana.

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