Il web viaggerà con luce e semafori

Il governo vara procedure più snelle per la banda larga: si potranno usare le infrastrutture esitenti. I bonus agli utenti

Non ci sono confini per la fibra ottica. Le nuove reti possono passare ovunque: dalle canaline della luce, vicino ai tubi del gas, dell'acqua e dalle fogne. La banda ultralarga sarà omnipresente per far viaggiare dati ad alta velocità. Le nuove reti dovranno dunque portare nelle case l'intrattenimento (film e video) e i nuovi servizi. Con la prospettiva che «l'anziano 6.0», ossia i giovani d'oggi, quelli della cosidetta «millenium generation», si faranno visitare via web dal medico di base e riceveranno le medicine, ordinate online direttamente a casa. Questo insomma sarebbe il futuro che le nuove reti potranno predisporre e su cui il governo spinge anche per non incorrere negli strali di Bruxelles che chiede collegamenti ad almeno 30Mb per il 100% della popolazione entro il 2020.

La bozza governativa del Decreto Comunicazioni per la banda ultralarga, fatta circolare ieri, che dovrà essere approvata a breve, vuole accelerare questo processo grazie ad agevolazioni e riduzioni dei tempi per permessi di scavo e anche grazie agli investimenti promessi, sotto forma di risparmi fiscali, per circa 7 miliardi. Nella bozza è scritto che le «imprese che hanno a disposizione una infrastruttura fisica» dovranno concedere l'accesso «agli operatori di tlc». Inoltre è previsto che, «al fine di implementare la banda ultra larga», verranno dati contributi «in forma di voucher (ossia buoni) agli utenti finali che sottoscriveranno un servizio a 100Mb» e «credito di imposta per interventi infrastrutturali». Ricapitolando, tutte le imprese che hanno a disposizione una infrastruttura fisica, comprese ferrovie, porti, aeroporti, autostrade, ma anche reti semaforiche, dovranno concedere il passaggio alla banda ultralarga. L'importante è che chi chiede il permesso di usare quelle infrastrutture stia costruendo reti che viaggiano ad almeno 30 MegaByte al secondo. L'idea è di innescare un meccanismo che permetta di costruire l'infrastruttura senza «scavare» nuovamente tracce, motivo per cui si è mosso l'interesse dell'Enel e delle utility dei servizi locali sul progetto.

Gli operatori di tlc, impegnati in questa campagna, a partire da Telecom con il suo alleato Fastweb, per finire ai concorrenti Vodafone e Wind, che hanno stretto un accordo con Metroweb e dunque con la Cdp del ministero del Tesoro, al momento, non commentano. A breve dovranno comunque far partire le prenotazioni e candidarsi ad operare il servizio, cablando anche le aree meno remunerative perché meno densamente popolate. Telecom, con Fastweb, vuole «ballare da sola» ed ha già prenotato circa 40 città, praticamente le migliori, ed è pronta a scendere in guerra se altri operatori, muniti di «aiuti di Stato» (vedi voucher) dovessero essere autorizzati in quelle zone. Certo, stando in Italia, non tutto andrà per il verso giusto.

Il decreto contempla che, per gli operatori in fibra, diventi più facile anche portare la nuove reti ad abitazioni e condomini che avranno solo 30 giorni per opporsi. Anche gli operatori infrastrutturali, opponendo valide ragioni, possano rifiutare l'accesso alle loro infrastrutture.

A questo punto la palla passerà all'Authority delle tlc che dovrà anche stabilire il prezzo di accesso, in caso di mancanza di accordo tra le parti. Insomma i ricorsi non mancheranno e forse solo la cosiddetta «millemium generation», che oggi ha, al massimo 35 anni, ha buone possibilità di vedere completata l'italica rete a banda ultralarga.

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