Via libera al piano carceri: più posti e pene alternative

Ok in Cdm: 10mila nuovi spazi nel 2027 e comunità di recupero per chi ha problemi con gli stupefacenti

Via libera al piano carceri: più posti e pene alternative
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Più posti in carcere e meno detenuti a rischio in cella, più attenzione ai fragili e ai tossicodipendenti, percorsi di detenzione «leggera» per quelli vicino al fine pena, sempre più detenuti stranieri rimpatriati, nuove assunzioni di agenti penitenziari. Per risolvere il problema del sovraffollamento la sinistra in questi anni ha fatto solo chiacchiere e qualche provvedimento spot (indulti, amnistie e depenalizzazione di alcuni reati) che ha portato più danni che benefici, vedi le porte aperte nei regimi di Alta sicurezza per evitare le sanzioni Ue che invece hanno portato i nostri penitenziari a essere dei colabrodo in mano alle mafie.

Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato il piano di interventi per ristrutturare e ingrandire gli istituti penitenziari grazie ad uno stanziamento di 750 milioni di euro per il recupero di sezioni inutilizzabili già esistenti e per realizzarne di nuove. Questa misura, secondo i calcoli dell'esecutivo, con i primi 9.696 posti entro i prossimi due anni riduce il divario tra capienza e numero di detenuti a circa 5mila unità, un divario che si intende colmare con una ulteriore iniziativa volta a razionalizzare il patrimonio immobiliare carcerario. La misura riguarda potenzialmente oltre 30mila persone.

Con i 335 milioni stanziati dal ministero dei Trasporti verranno realizzati nei primi mesi del 2027 più di 2.500 nuovi posti negli istituti di pena e di assumere un migliaio di agenti penitenziari, in un comparto gravemente sotto organico. Tra i penitenziari oggetto degli interventi c'è la manutenzione del carcere di Forlì e di costruzione del carcere di San Vito al Tagliamento, il primo istituto penitenziario «nuovo» dopo 14 anni dall'ultimo, ma c'è anche grande attenzione per gli Istituti di pena minorile di Casal del Marmo (Roma), Lecce, Rovigo e Quartucciu (Cagliari).

Arrivano 10mila celle in più, escono altri detenuti, come ricorda il ministro della Giustizia Carlo Nordio nella conferenza stampa, mentre il commissario straordinario Marco Doglio illustrava il piano per l'edilizia penitenziaria 2025-2027: è infatti prevista l'accelerazione delle procedure per i diecimila detenuti che avranno diritto alla liberazione anticipata, grazie alla continua cooperazione con la magistratura di Sorveglianza. «Il sovraffollamento si combatte con investimenti in infrastrutture, rieducazione e sicurezza», ricorda il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.

Con il disegno di legge sulla detenzione domiciliare «differenziata» verranno curati in detenzione domiciliare nei centri di recupero i tossicodipendenti che hanno commesso reati minori per procurarsi la droga. «Abbiamo raccolto le richieste delle comunità terapeutiche», sottolinea la premier Giorgia Meloni in un video. Un ultimo provvedimento riguarda la comunicazione dei detenuti: i colloqui consentiti aumentano da uno alla settimana a sei al mese mentre per i detenuti responsabili dei delitti più gravi (articolo 4-bis) i colloqui passano da 2 a 4 al mese.

La sinistra resta di sale e spara a zero: «Il governo confonde la certezza della pena con il penalismo sfrenato, anziché strutture fatiscenti amplia i posti disponibili», sentenzia il vicecapogruppo di Azione alla Camera, Fabrizio Benzoni. Anche la proposta di costruire dentro i penitenziari mini celle container per i detenuti a fine pena (le stesse realizzate nel Cpr di Gjader in Albania) non piace a Riccardo Magi di +Europa: «È praticamente una matrioska, con carceri all'interno di altre carceri. Ancora una volta Nordio si dimostra un ministro inadatto e inadeguato».

Favorevole invece Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense: «La vera svolta passa dalle misure alternative come affidamento in prova, detenzione domiciliare e percorsi di reinserimento. Anche l'affidamento dei tossicodipendenti ai centri di recupero è la strada più saggia perché dà loro una possibilità di riscatto».

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