Ben Bernanke abita ancora qui: «Mi aspetto un'ampia continuità nell'approccio di politica monetaria», è l'esordio di Janet Yellen, al suo debutto davanti al Congresso degli Stati Uniti. E i mercati, rassicurati, festeggiano la prima donna al comando della Federal Reserve: le Borse europee chiudono in netto rialzo (Francoforte +2,03%, Parigi e Madrid +1,09%) e Piazza Affari canta nel coro, con l'indice Ftse Mib in progresso dell'1,04 per cento. La nuova gestione della Banca centrale di Washington, dunque, non si discosterà da quella precedente: il processo di riduzione degli stimoli monetari è destinato a continuare ma gradualmente e il costo del denaro sarà confermato ai livelli attuali, prossimi allo zero, ancora per parecchio tempo. «Ho fatto parte del Comitato che ha formulato l'attuale strategia di politica e supporto con decisione tale strategia», dichiara la Yellen, che di Bernanke era vice e braccio destro.
A dicembre e gennaio la Fed ha ridotto di 10 miliardi di dollari al mese il suo piano originario di acquisto di 85 miliardi di dollari mensili in bond del Tesoro e asset con sottostanti immobiliari. Se l'economia degli Stati Uniti continuerà a migliorare, dunque,la Banca centrale proseguirà con il tapering e cioè assicurerà un «graduale e ulteriore ritiro» delle misure di stimolo. Ed è quello che con ogni probabilità avverrà, perché, secondo la Yellen, l'economia Usa si sta rafforzando abbastanza da sopportarlo.
Gli economisti ritengono infatti che il prossimo passo sarà un taglio di ulteriori 10 miliardi di dollari, che sarà annunciato probabilmente alla prossima riunione del Fomc - il comitato monetario della banca centrale -in coincidenza con il primo vertice Fed a cui la Yellen parteciperà da presidente, i prossimi 18 e 19 marzo.
Per alimentare la crescita, comunque, i tassi d'interesse continueranno a restare bassi, fino a quando il tasso di disoccupazione non sarà sceso ben al di sotto del 6,5%. Condizione necessaria ma non sufficiente: il superamento della soglia infatti «non comporterà - dice Janet Yellen -un rialzo automatico dei tassi di interesse ma indicherà solo che è appropriato per la Fed considerare se le prospettive dell'economia giustificano tale aumento». Tanto più che la ripresa del mercato del lavoro Usa è ancora «lontana dall'essere completata», conclude. Così, al momento delle domande, qualche parlamentare le chiede come valuti i recenti - e non particolarmente entusiasmanti - rapporti sull'occupazione negli Stati Uniti. «Sono rimasta sorpresa che i rapporti di dicembre e gennaio, il ritmo di creazione di nuovi impieghi, fosse inferiore a quanto avevo previsto - ammette la presidente - ma dobbiamo essere molto attenti a non saltare alle conclusioni nell'interpretare i significati di questi rapporti». In ogni caso, si va avanti, salvo peggioramenti imprevisti: «Penso che ciò che indurrebbe il comitato a considerare una pausa nel programma di riduzione degli acquisti - ha detto - sarebbe un notevole cambiamento nell'outlook».
Infine, uno sguardo oltreoceano e alle bufere che scuotono le economie emergenti, come la Turchia o l'Argentina: «Abbiamo seguito con attenzione la recente volatilità dei mercati finanziari globali - dichiara la presidente della Fed - La nostra sensazione è che in questa fase, questi sviluppi non rappresentano un rischio sostanziale per le prospettive economiche degli Stati Uniti. Naturalmente, continuiamo a monitorare da vicino la situazione».
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