Ecotassa & rumenta Ma a pagare sono sempre i liguri

di Claudio Eva*

A causa dei ritardi della Regione aumenta la tassa sui rifiuti. Recentemente la Regione Liguria ha assunto una delibera in merito all'accertamento dei risultati della raccolta differenziata eseguita dai Comuni delle quattro Provincie liguri. Si evince che la media regionale della raccolta differenziata è inferiore al 30%. Imperia è al 27%, Savona al 21%, Genova al 27% e La Spezia al 29%. L'accertamento ha evidenti risvolti fiscali che andranno a gravare sui contribuenti. Infatti la Regione ha in preparazione una delibera per aumentare del 40% l'ecotassa a carico dei Comuni che, nella raccolta differenziata, non hanno raggiunto i limiti minimi previsti dalla legge. Infatti, sulla base delle delibere Ue la legge prevede che i Comuni debbono assicurare il raggiungimento della raccolta differenziata: del 35% entro il 2006, 45% entro il 2008, e del 65% entro il 2012 rispetto ai rifiuti prodotti. Quindi siamo ben lontani dal raggiungimento dei limiti richiesti, ben consci che, per ogni ritardo, è previsto l'incremento del 20% dell'ecotassa. L'aumento indicato dalla Regione rappresenta la somma dei ritardi.
Colpa della lentezza e incapacità a livello regionale e provinciale. Molte Regioni, ed in particolare la Liguria e Genova, nella raccolta dei rifiuti hanno fatto una non scelta: ovvero hanno scelto il sistema più antico del mondo senza rendersi conto che, nell'immobilismo totale in cui le Giunte si sono venute a trovare per i ben noti contrasti interpartitici scatenati dalle composite formazioni di centro sinistra che ci hanno governato, la situazione è divenuta critica. Lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati a discarica rappresenta da sempre il sistema meno costoso e più remunerativo che, proprio per la sua alta redditività, ha dato vita al fenomeno dell'ecomafia. Ma è anche il sistema più inquinante.
L' asserzione che una raccolta differenziata possa ridurre sia il quantitativo del materiale da conferire a discarica sia i livelli d'inquinamento risulta una grande mistificazione qualora, a questa, non si associ anche una forte capacità di riciclaggio. La difficoltà di avviare una seria raccolta differenziata sta negli alti costi del riciclaggio. Il differenziato conferito ad un impianto di trattamento può costare sino a 10 volte il ricavato. Oggi, gli impianti di riciclaggio a livello regionale sono pochi o quasi assenti così come sono estremamente carenti sul territorio gli impianti di trattamento della frazione umida per la produzione di «compost» da utilizzare come concime. Da ciò consegue la necessità di conferire il rifiuto differenziato fuori la nostra regione con alti costi di trasporto.
La Regione, dopo un lungo immobilismo, si desta e trova la soluzione a tutti i problemi: aumentare l'ecotassa. La raccolta differenziata è anche propedeutica alla possibilità di incenerimento dei rifiuti sia tramite termovalorizzatori che gassificatori. Il tanto conclamato progetto del gassificatore su Scarpino presenta allo stato attuale notevoli complessità di ordine impiantistico, tecnico, gestionale e finanziario, per cui corre il rischio di esaurirsi in una bolla di sapone dopo aver speso qualche milione per la progettazione.


Nel contempo prepariamoci a ricevere a Scarpino ventimila tonnellate di rifiuti napoletani, aumenteranno i nostri livelli di inquinamento, ridurranno la vita della discarica con futura crisi per Genova, serviranno a rimpinguare i bilanci dell'Amiu, ma i cittadini genovesi e liguri, felici delle loro scelte politiche, dovranno comunque sborsare il 40% in più per la tassa dei rifiuti.
*docente Università di Genova

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