Gran parte della capitale di Haiti, Port-au-Prince, «è stata costruita abusivamente. Una situazione del genere cera da aspettarsela. Anche le bidonville dove si è usato il cemento sono costruzioni rudimentali. Lintera città non era a tenuta sismica, non poteva reggere una violenza di questa gravità». È unosservazione che fa Elisa Rusciani, coordinatrice nella capitale haitiana dei progetti del Cesvi, una Organizzazione non governativa italiana che lì si occupa di programmi sulla sicurezza alimentare. Loperatrice due giorni fa non si trovava nella città ma era in vacanza a Miami. Sta però cercando di rientrare al più presto. Rusciani conosce bene la zona in cui è avvenuto il terremoto. Lavora per Cesvi dallaprile scorso ma prima è stata dipendente della Fao nella stessa zona.
«Lo stato edilizio della città era noto. A volte, nel nostro giro se ne parlava. Si sapeva che le costruzioni non erano a tenuta sismica. Si diceva: Se dovesse arrivare un terremoto sarà un macello. Si sapeva che Haiti è zona sismica».Edifici fragili Operatrice Ong: nella capitale molte case abusive
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