Nuove leve per lo sviluppo. La Federlazio punta sul binomio cultura-turismo, aprendo il patrimonio di beni archeologici, storici e architettonici alliniziativa privata, per rilanciare un settore che a Roma e nel Lazio mostra luci e ombre. Da una parte, infatti, la Capitale è uno dei pochissimi casi italiani in controtendenza per ciò che concerne lafflusso ai musei civici che hanno registrato questanno un robusto più 8 per cento di visite, con un milione di visitatori complessivi, rispetto al 2008. Dallaltro, la città eterna, in quanto a bacino turistico europeo, è passata dal primato in classifica dello scorso anno al sesto posto odierno, superata anche da Berlino.
Il convegno «Cultura, Turismo, Economia; intreccio virtuoso per lo sviluppo», organizzato ieri allEur dalla Federlazio, è servito oltre che a snocciolare dati, anche a tracciare le linee guida per il futuro. È stato innanzitutto annunciato, nellottica di una collaborazione tra pubblico e privato, un accordo tra Zètema, lazienda comunale che elabora progetti culturali nella Capitale, e lassociazione che riunisce le piccole e medie imprese del Lazio per il recupero degli spazi culturali abbandonati o in disuso come, per esempio, la Villa di Massenzio sulla via Appia, lInsula dellAra Coeli o lAuditorium di Mecenate.
Il protocollo di intesa servirà soprattutto a far penetrare le pmi nel campo dei beni culturali. Tra le altre iniziative che vedranno impegnata Zètema da qui ai prossimi anni, spiccano un progetto-pilota per far convergere su unarea periferica, ancora da individuare, una serie di eventi culturali, da realizzare entro 2 anni; la reintroduzione del sistema dei bandi pubblici per eventi culturali, estesi anche ai fornitori e alle opere di restauro, da usare in particolare per i 150 anni dellUnità dItalia e per lanimazione culturale e spettacoli dal vivo nei musei civici nel periodo estivo e autunnale del prossimo anno. Inoltre, sono in programma: una biennale sulle vie della seta con il quartiere dellEur considerato asse centrale e il potenziamento dei book-shop nei musei e del merchandising. I fondi strutturali per la cultura non mancano: fino al 2013 sono a disposizione dei privati 20 milioni di euro mentre nel solo 2010 la Sovrintendenza ha la possibilità di investire nella sola attività di restauro 8 milioni. «La sfida è di rendere sistematico il rapporto tra cultura e impresa, realizzando una sintesi tra antico e moderno - spiega il sindaco Alemanno, intervenuto alla tavola rotonda dellEur - e di mettere il patrimonio culturale di Roma alla portata di tutti».
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