Roma

Edilizia popolare, si spacca il centrodestra

Alleanza nazionale ha presentato oltre 800 ordini del giorno

Edilizia popolare, si spacca il centrodestra

«Le parole non servono, occorrono i fatti». E i fatti, secondo quanto denunciato ieri da Dino Gasperini, capogruppo dell’Udc e Fabio Sabbatani Schiuma, del Gruppo Misto «dimostrano chiaramente la connivenza fra Forza Italia e An da un parte e la maggioranza dall’altra». Si parla di edilizia residenziale pubblica in aula Giulio Cesare. La discussione non è ancora cominciata che in consiglio si scatena la bagarre sul come votare le 33 delibere che, riferendosi alla ex legge 167 del 1962, prevedono la costruzione di 6mila case, di cui 1.800 saranno popolari. Udc e il gruppo Misto hanno chiesto che «ogni consigliere potesse parlare su ogni delibera per dieci minuti, come prevede l’articolo 60 del regolamento comunale e come deciso nella riunione dei capigruppo della scorsa settimana». Ma ieri le cose sono andate diversamente. Su richiesta della maggioranza è stato votato, con 27 voti a favore e 12 astenuti, che il tempo a disposizione fosse proporzionale al numero dei consiglieri presenti in ogni partito. Così, per fare un esempio, all’Ulivo, che è il gruppo più numeroso, spettano complessivamente più di 3 ore e all’Udc solo 22 minuti. «Se davvero Alleanza nazionale e Forza Italia erano contrari alle delibere - denuncia Schiuma - potevano uscire dall’Aula e far cadere il numero legale, dato che la maggioranza è in Aula solo con 27 consiglieri e ne servono 31». «Evidentemente - urla Gasperini, uscendo dal consiglio - al di là delle parole, c’è un’intesa fra Forza Italia e An con il centrosinistra per la spartizione delle aree interessate dalle nuove costruzioni». Mentre Udc e Gruppo misto chiamano il prefetto, che, «come garante della legittimità, potrebbe diffidare il presidente dell’Aula, per violazione dell’articolo 60 del regolamento», Forza Italia, per voce del capogruppo capitolino, Michele Baldi, passa al contrattacco. «Quando abbiamo fatto la capigruppo la scorsa settimana - spiega - sono stato l’unico a votare contro il contingentamento dei tempi, dicendo che delibere così importanti non potevano essere votate in quel modo». Ma poi qualcosa è successo, tanto è vero che ieri Baldi e tutta Forza Italia, così come An, si sono astenuti. Marco Marsilio, capogruppo di An, si appella ai dati, dicendo, carte alla mano, che «non è vero che il numero legale sarebbe comunque caduto, se noi fossimo usciti dall’Aula, dato che quattro consiglieri che si sono astenuti sono della maggioranza. La seduta si sarebbe, quindi, aperta anche senza di noi». Polemiche (tutte interne alla Cdl) a parte, ieri An ha presentato oltre 800 ordini del giorno, contestando in particolare «il ritardo con cui si è arrivata alla discussione delle delibere in Aula». Inoltre, evidenzia la mancanza delle necessarie valutazioni da parte delle commissioni e dei municipi e che la legge 167 non risolve comunque il problema dell’emergenza abitativa della Capitale». Sulla stessa linea anche Forza Italia. Ogni delibera verrà discussa e poi votata singolarmente.

Il dibattito in Aula proseguirà oggi e dovrebbe concludersi domani.

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