Edilizia, uffici "impantanati". Serve un piano straordinario

Centinaia di pratiche, funzionari dimezzati e niente Commissione. I costruttori: "Il Comune non ce la fa"

Edilizia, uffici "impantanati". Serve un piano straordinario
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"È necessario che il Governo si renda conto dell'entità del problema, che se ora riguarda solo centinaia di cantieri bloccati, presto diventerà un'onda inarrestabile". Parola di Giuseppe Brachetti, rappresentante dei piccoli operatori immobiliari riuniti in Comitato con le Famiglie sospese. Tradotto: "Se la Procura andrà avanti con le indagini contestando l'interpretazione del Comune, e quindi il titolo rilasciato, si arriverà a dire che tutte le case costruite ex novo negli ultimi 15 anni sono potenzialmente abusive. Non potranno più essere vendute e comprate, ma a cascata il problema ricadrà anche sui notai che hanno registrato compravendite di case abusive". Dall'altro lato se, come già visto con la sentenza del luglio 2025 del Tar emergesse di nuovo che quel permesso contestato in realtà era legittimo perchè il pgt prevede che per una particolare zona non sia necessaria la presentazione di un piano attuativo, sotto i 20mila metri quadri di sviluppo, il costruttore potrebbe chiedere i danni.

Il percorso per tentare di sbloccare l'urbanistica, avviato martedì con il primo incontro in Prefettura tra il Comune e le Famiglie Sospese, prevede come prossimo step di inviare le segnalazioni di tutte le pratiche che sono ferme, di cui per alcuni sono presenti dei preliminari di compravendita, altre in attesa da due anni di titolo a costruire. A monte: sono 170 circa (in assenza di dati ufficali di Palazzo Marino) i progetti "congelati", un centinaio sono cantieri bloccati in corso d'opera dal Comune, che ha contestato la Scia concessa e che chiede ora un nuovo titolo a costruire (piano attuativo, permesso a costruire convenzionato o di nuova edificazone). In base alle linee guida, approvate dalla giunta a maggio, ora stanno arrivando decine di fascicoli che gli uffici non sono in grado di evadere. Per dare un'idea: tra il 2023 e il 2024 gli sportelli hanno ricevuto 10 piani attuativi e ne hanno esaminati 5, ora solo a luglio ne sono stati presentati 11, e solo di piani attuativi, quindi richieste per una sola tipologia di titolo. "I funzionari sono insufficienti e non se la sentono di firmare alcunchè con la spada di Damocle della Procura. Le pratiche, anche quelle per un lucernaio, per un'insegna, un serramento, devono passare dalla Commissione del Paesaggio, che al momento non c'è. Il Comune avrebbe annunciato la sua costituzione per fine ottobre. Non solo, la Commissione del Paesaggio metropolitana, che fa le veci di quella comunale, si riunisce una volta alla settimana e ha 400 pratiche sul tavolo da discutere, quella comunale si riunirà due volte, con l'obiettivo di evadere 50 pratiche a settimana. Peccato che arrivino 50 nuove richieste alla volta. E che, quando la Commissione sarà costituita, si troverà le 400 pratiche arretrate più le nuove. "È evidente che la situazione non può essere risolta in modo ordinario, serve un piano straordinario, come una task force" osserva Brachetti. I costruttori si dicono disponibili astanziare dei fondi per assumere nuovo personale.

"Serve comunque un intervento governativo con una sanatoria e una fase transitoria che permetta di riscrivere il Testo Unico dell'Edilizia - conclude Brachetti- o ancora meglio l'interpretazione autentica che abroga la Legge 42 quando c'è in vigore un pgt. Così sarebbero necessari poteri speciali per Milano, come è stato fatto per Roma".

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