Perché Lombardi-Tiezzi hanno voluto che fosse scritto in locandina "30 anni dopo" annunciando l'Edipus di Testori? (In scena al Teatro Studio Melato, fino a domenica). Non c'è un anniversario da ricordare, solo la necessità di riconoscere che il testo di Testori può essere anche più attuale di 30 anni fa. Non c'è dubbio che i testi di Testori diventino, col passare del tempo, sempre più contemporanei, perché la forza rivoluzionaria del suo linguaggio è tale che, per essere elaborata, ha bisogno di anni. Lo provammo il 13 gennaio del 1994, quando, mesi dopo la morte di Testori (era il marzo 1993), la Compagnia dei Magazzini Criminali, decise di portare in scena Edipus, con la regia di Tiezzi, protagonista Sandro Lombardi. Chi, come me, aveva vissuto il debutto al Pier Lombardo della Trilogia degli Scarozzanti, tra il 1973 e il 1977, accanto all'autore, che l'aveva scritta per Franco Parenti e Andrée Ruth Shammah, aveva capito che qualcosa di nuovo stava per accadere, poiché sembrava impossibile che l'interpretazione dell'ultimo degli Scarozzanti, rimasto solo nella bassa Lombardia, tradito non solo dai compagni di lavoro, ma anche dalla prima attrice, diventata l'amante di un industriale di Meda, potesse avere una nuova regia e un nuovo interprete o potesse ripetere lo scandalo degli anni Settanta, determinato, soprattutto, da quella parlata infralombarda che avrebbe dovuto adeguarsi alla toscanità dei nuovi interpreti. Non dobbiamo dimenticare che la vocazione dello Scarozzante era quella di fare teatro ovunque, a costo di restare solo, perché, pur essendo considerato un attore un po' infimo, egli rivendicava la funzione sacra di quel teatro. Edipus diventa metafora di una situazione teatrale alternativa, di quella alternatività per cui era nato il Pier Lombardo e per cui erano nati I Magazzini Criminali. Riproporre Edipus, 30 anni dopo, vuol dire ripercorrere un cammino che non si era interrotto e che aveva ancora bisogno di verifiche. Dicevamo che nel 1994, eravamo un po' scettici, dopo l'annunzio di Lombardi- Tiezzi nel voler rifare l'Edipus, solo che il nostro scetticismo svanì subito dopo che si aprì il sipario. Capimmo, ancora una volta, che i veri miracoli possono accadere solo in teatro. Lo spettacolo di Tiezzi-Lombardi aveva dato una svolta all'interpretazio del testo testoriano, aveva trasformato lo Scarozzante in un clown, con i suoi trucchi derivati, in parte, dall'Avanspettacolo, un clown diverso dal capocomico fallito, impersonato da Parenti, ma che ha deciso di interpretare lui i ruoli del re di Tebe, del padre Laio e della moglie Giocasta, senza ricorrere al realismo degli anni Settanta, ma a un surrealismo supportato da raffinate clownerie.
Sulla scena accade di tutto, Edipus-Lombardi, cambia continuamente trucco e costumi, appare in bombetta e in frac, si pavoneggia con una stola di volpe quando interpreta Giocasta, appare tutto dorato, quando impersona il re, ma, soprattutto, quando non dimentica alcuni rimandi al Cabaret.