Edison, agli italiani due centrali Soci Delmi in pole sulla presidenza

Edison, agli italiani due centrali Soci Delmi in pole sulla presidenza

Con sei anni di ritardo, Edison passa ufficialmente in mani francesi: nel 2005 Edf ne era già sostanzialmente proprietaria, quando per salvaguardare l’italianità di un’azienda strategica fu costruito l’artifizio di un controllo congiunto con soggetti italiani. Esattamente quello che è avvenuto nel 2009 per Alitalia. Di più: nel marzo scorso le intese per il divorzio italo-francese erano già alla firma, quando il governo impose uno stop per la concomitante fuoriuscita verso la Francia di altre nostre aziende (Bulgari, Parmalat). La notte scorsa, a Parigi, è stata scritta la fine della vicenda. Con reciproca soddisfazione: gli italiani riuniti in Delmi e guidati da A2A ottengono miglioramenti sulle condizioni per la liquidazione della loro quota; i francesi chiudono con signorilità una vicenda dai momenti anche tesi, con lo scopo di mantenere rapporti proficui con le autorità e con il sistema italiano, essenziali in un settore strategico come l’energia.
Gli accordi. Tansalpina di energia, il veicolo italo-francese creato per il controllo di Edison, viene sciolto, e le rispettive quote, corrispondenti al 30% di Edison, rientrano nei portafogli da una parte di Edf, dall’altra di Delmi; la prima si aggiunge al 20% che Edf detiene direttamente, il che porta i francesi alla maggioranza (quasi) assoluta. La quota di Delmi sarà oggetto di patti diversi: il 25% potrà essere venduto in contanti, fra tre anni, a un prezzo parametrato alla redditività; un altro diritto di vendita riguarderà il rimanente 5%, cedibile tra 3-5 anni a valori di mercato. Mentre Delmi avrà anche un’opzione di acquisto per alcuni asset di Edens, la società delle energie rinnovabili.
Edipower. Due soci di Delmi, A2A e Iren, sono anche azionisti (rispettivamente con il 20 e il 10%) della società delle centrali Edipower di cui Edison detiene il 50%. Per l’uscita da Edipower, le due società italiane (che si uniranno in joint-venture) otterranno i due migliori poli idroelettrici, quello di Mese (Sondrio) e quello in provincia di Udine, per un totale di 656 megawatt.
Tale cessione migliora le ipotesi di marzo, perché i due asset sono i più pregiati del patrimonio Edipower, e non necessitano di radicali interventi come quelle di San Filippo, in Sicilia, e di Brindisi, che invece restano a Edison. Il nome Edipower resterà agli italiani.
Presidente. I soci di Delmi resteranno, quindi, nel capitale di Edison con il 30% per altri tre anni. A garanzia dell’investimento, sarà riconosciuta loro una rappresentanza di spicco, probabilmente nella figura del presidente. Ora gli accordi hanno bisogno solo delle formalizzazioni dei consigli di amministrazione e una proroga tecnica per arrivare alle firme definitive, ipotizzabili entro un mese.
Ieri si è riunito il consiglio di Delmi, seguiranno quello di Edf e, la prossima settimana, quelli di A2A.

In Borsa il titolo Edison he ceduto il 3,56%: ieri la società, di cui è ad Bruno Lescoeur, ha diffuso i conti al 30 settembre, chiusi con una perdita di 93 milioni. In netta crescita invece le attività di esplorazione e produzione di idrocarburi, la nuova «mission» della società.

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