Alla fine è arrivato un equo compromesso tra i francesi di Edf e gli italiani di A2A: nel bilancio 2010 di Edison, approvato ieri dal consiglio di amministrazione, sono contenute svalutazioni patrimoniali per 407 milioni, oltre il doppio della cifra che era circolata nelle scorse settimane, ma quasi la metà di quanto insistevano per contabilizzare da Parigi; Edf infatti intendeva ottenere «simmetria» con gli accantonamenti (750 milioni) già fatti nel proprio bilancio con riferimento alle perdite sulla partecipata Edison. Peraltro Edf, nella prospettiva di una futura Opa, ha interesse a una società con valori più bassi.
Quanto ai conti approvati ieri, sarebbero stati (ovviamente) migliori senza limpatto delle svalutazioni e degli accantonamenti, che transitano dal conto economico. Così lutile, 21 milioni, è in calo di oltre il 90% rispetto ai 240 del 2009, e la capogruppo ha chiuso lesercizio con una perdita di 86 milioni rispetto allutile di 423 del 2009. Gli azionisti, grandi e piccoli, restano privi del ristoro del dividendo. Al contrario della redditività, i ricavi hanno registrato una crescita consistente, il 18%, a quota 10,446 miliardi. La Borsa ha giudicato male il bilancio: meno 2,18%.
Le svalutazioni degli asset riguardano per 138 milioni il settore dellenergia elettrica (principalmente a causa della riduzione dei margini attesi in alcuni impianti per la risoluzione anticipata dei contratti Cip6) e per 229 milioni il settore del gas (principalmente 72 milioni di euro per minori riserve nel giacimento egiziano di Abu-Qir e 130 milioni di accantonamenti per i rischi connessi alla situazione politica degli asset egiziani). Su questo tema lad Umberto Quadrino ha detto che nel 2011 e nel 2012 non ci sono «motivi per ulteriori diminuzioni dei margini sul gas ma ritengo più probabile una loro ripresa, e solo nel peggiore dei casi il loro permanere allo stato attuale». In altre parole: peggio di così non può andare.
Sul mercato del gas Edison è «strozzata» dalle condizioni dei contratti take or pay per la rinegoziazione dei quali sono in corso alcuni arbitrati internazionali: si tratta di contratti di lungo periodo, che impongono di ritirare il gas a un prezzo predeterminato, e sui quali la società non era evidentemente protetta contro rischi di crollo dei prezzi, cosa che poi si è verificata. Quadrino ha definito lattuale situazione del mercato del gas «un grosso disastro».
Quanto ai temi societari, ieri il cda e le riunioni preliminari si sono svolti - hanno riferito alcuni dei partecipanti - con la massima serenità. Le trattative per il riassetto del gruppo vanno avanti costruttivamente: e il varo del bilancio ne è una prova (ieri era lultimo giorno utile e se uno dei due soci si fosse impuntato su qualcosa, se ne sarebbero viste delle belle).
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