Edison, prudenza per il 2011: pesano le incognite sul gas

Edison archivia il 2010 con un risultato in lieve calo, ma nessuno di aspettava di meglio. Tuttavia sullo sfondo della sua attività una serie di temi compromettono la serenità aziendale. Il cda di ieri ha pre-annunciato che il bilancio dell’anno scorso si è chiuso con un margine lordo intorno ai 1.350 milioni, in linea, sì, con le attese degli analisti, ma pur sempre inferiore di oltre l’8% rispetto ai 1.471 dello scorso anno. Per l’ultima volta alla redditività hanno contribuito gli incentivi Cip6, oggetto di disdetta anticipata, e che hanno pesato per 170 milioni sulle entrate (negli anni d’oro tali incentivi, riconosciuti per l’ammodernamento dell’apparato dell’industria energetica italiana, hanno pesato fino all’80% sul fatturato): è una voce che in futuro dunque non ci sarà più, e che getta una (piccola) ombra sul 2011.
Le ombre più cupe le gettano, invece, i contratti del gas naturale, il grande nodo da sciogliere. In breve: Edison (non è la sola) negli anni scorsi ha stipulato con alcuni fornitori dei contratti venticinquennali take or pay (in base ai quali le quantità si pagano anche se non ritirate) e poi il prezzo è crollato (esempio: nell’agosto 2008 il gas quotava 12 dollari al metro cubo, oggi ne vale 4,40). Il gas, per Edison, è anche materia prima per produrre elettricità. La società ammette che oggi sono azzerati i margini, ma molti temono che siano addirittura negativi. Sono in corso le rinegoziazioni dei prezzi, perchè una clausola del contratto mette al riparo dall’eccessiva onerosità sopravvenuta, ma resta il fatto che la situazione è precipitata da un anno, e con Gazprom, fornitore chiave, è in corso un arbitrato a Stoccolma che non si concluderà prima dell’estate. Trattative sono in corso con Eni, Sonatrach (Algeria), Qatar petroleum, ed Edison si dice «fiduciosa». Tuttavia, nel comunicato emesso ieri al termine del consiglio osserva che, se le rinegoziazioni non andassero a buon fine, l’impatto sui risultati previsti per il 2011, potrebbe essere «significativo»: si perderebbero, secondo stime attendibili, almeno 200 milioni di Ebitda.
Sulla serenità della società (-1,19% ieri in Borsa) pesano anche i rapporti tra i principali soci, la francese Edf e A2A. A breve, in marzo, potrà essere disdetto il patto di sindacato triennale, e vi è ancora incertezza se questo accadrà. La contesa, ancora più a breve, sarà sul bilancio 2010 (il cda è convocato per l’8 febbraio); in quella sede si parlerà anche di rettifiche, tema che ieri è stato rinviato.

I francesi vedrebbero favorevolmente una svalutazione degli asset: la sola voce «avviamento» pesa per 3,4 miliardi di euro sui 12,4 del totale dell’attivo; sarebbe la prima volta che Edison ricorre a questa operazione di pulizia. Svalutare la società significherebbe, nel caso di resa dei conti tra azionisti, agevolare l’eventuale compratore, e molti ritengono ben più probabile, in questo ruolo, proprio Edf.

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