Prima edizione nel 1559 e aggiornamenti fino al 1948

La prima edizione ufficiale dell’Index librorum prohibitorum fu pubblicata nel 1559 dalla Santa Congregazione dell’Inquisizione Romana, sotto il papato di Gian Pietro Carafa, ovvero Paolo IV, che volle, fra l’altro, l’istituzione del ghetto ebraico di Roma. Nell’elenco primeggiavano il Decameron di Boccaccio e Il Principe di Machiavelli, accanto al Novellino di Masuccio Salernitano. In quattro secoli l’Index venne aggiornato venti volte. Fino a tutto il 1966, la legge canonica ha prescritto che ci fossero due forme di controllo sulla letteratura: la censura preventiva sui libri scritti da cattolici in tema di morale e/o di fede, il proverbiale «imprimatur» tuttora in vigore, e la condanna di libri giudicati offensivi, contro i quali sia chiesto l’intervento dell’autorità ecclesiastica, l’Index, appunto, la cui ultima edizione fu redatta nel 1948.

In essa comparivano, fra gli altri, Balzac, Berkeley, Cartesio, D’Alembert, Darwin, Defoe, Diderot, entrambi i Dumas, Flaubert, Heine, Hobbes, Hugo, Hume, Kant, Lessing, Locke, Malebranche, Stuart Mill, Montaigne, Montesquieu, Pascal, Proudhon, Rousseau, Sand, Spinoza, Stendhal, Sterne, Voltaire, Zola.

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