(...) Un dato ancor più significativo se si tiene conto dello stato drammatico di gran parte delleconomia ligure. Un dato ancor più significativo se si tiene conto che Forbes, che è una specie di Bibbia a stelle e strisce dei soldi («Lha detto Forbes» è una di quelle frasi di fronte alle quali noi che non mangiamo pane ed economia facciamo immediatamente silenzio), ha inserito la Erg fra le 400 società al mondo, solo 12 in Italia, consigliate per il loro appeal sugli investitori. A me, pare una roba grossissima. Se non altro perché «lha detto Forbes».
Ho fatto tutto questo pistolotto, del quale mi scuso vivamente con chi è allergico a numeri, dati, statistiche e si spaventa quando arriva alla pagina delleconomia - identikit in cui confesso tranquillamente di riconoscermi almeno un po - per dire una sola cosa. Magari Edoardo Garrone ha il cuore che batte a centrosinistra, ma io uno così lo vorrei sindaco domani. Così come voterei suo fratello Alessandro, coautore di questo miracolo economico. Al di là degli schieramenti politici, delle barriere ideologiche o dei ragionamenti di convenienza. Parlano i numeri, per lappunto.
Piccolo particolare: Edoardo Garrone non ha alcuna intenzione di candidarsi a sindaco di Genova. Laveva detto, lha ripetuto e lo conferma al Giornale a margine della presentazione dei bilanci Erg e dellultima novità in casa Garrone: loperazione trasparenza sui prezzi del carburante, che presentiamo nelle pagine economiche. Operazione che sembra destinata a rafforzare la Erg nella classifica europea delle aziende che si distinguono per lattuazione di politiche di sostenibilità etica, ambientale e umana. Paroloni che, con il petrolio non sembrerebbero destinati ad andare così daccordo. Eppure. Edoardo e Alessandro si coccolano con gli occhi le tabelle della Kempen Capital Management e della Sns Asset Management. Anche qui: non so benissimo cosa siano la Kempet e la Sns, ma chi ne sa mi assicura che si tratta di roba seria.
E proprio qui, al confine fra letica sociale e i successi, arriva il discorso su Garrone sindaco. Appena glielo chiedo, Edoardo sorride, tormenta il sigaro che è la sua vittima preferita, poi ribadisce per lennesima volta: «No, non è nei miei piani».
Però.
E anche qui i Garrone fanno le cose in grande. Un altro, si limiterebbe a un però solo. Edoardo, un po come i dati sulla Erg, raddoppia, triplica, quadruplica i però, aggiungendo per il Giornale mille particolari inediti. Con tanti sottintesi. Però. «Però una cosa vera in tutta questa storia che viene fuori periodicamente - soprattutto quando si fanno più insistenti le voci sulla possibilità che sia in corsa la mia amica Marta Vincenzi, che molti temono - cè: lo scorso anno, quando si doveva scegliere il candidato dellUlivo per le elezioni suppletive del collegio 10, quello che va da Albaro a Nervi, vennero da me il segretario regionale diessino Mario Margini e il numero uno provinciale della Quercia Mario Tullo, proponendomi di essere io il candidato del centrosinistra. Mi dissero che avrebbe potuto essere linizio di un percorso che mi avrebbe portato, nel 2007, a correre per diventare sindaco di Genova, alla scadenza del secondo mandato di Beppe Pericu, non più rieleggibile». Ma Garrone junior, pur lusingato, declinò gentilmente linvito, aprendo la strada della Camera a Stefano Zara, che peraltro è un amico di famiglia.
Però.
«I motivi per cui dissi di no sono diversi. Innanzitutto, lazienda. Amo la Erg, sono felicissimo dei risultati che stiamo conseguendo, mi diverto e mi appassiono a fare quello che faccio e chiaramente un impegno da primo cittadino di Genova non mi permetterebbe di seguirla con lo stesso impegno. In secondo luogo, ho anche un incarico in Confindustria, a cui tengo molto, e mi piace portare a termine gli impegni che ho preso. Poi, e non lo nego, credo che governare bene Genova sia un compito difficilissimo. Molto più, ad esempio, che fare il governatore della Liguria. E bisogna esserne veramente capaci». Insomma, quello di Edoardo a Tursi sembra un discorso più che chiuso.
Però.
«Dimenticavo la cosa più importante. Nella vita può succedere di tutto: a ventanni non mi piaceva il vino e oggi ho imparato a gustarlo. Se un giorno, per uno strano destino, dovessi cambiare idea e decidere di correre davvero, lo farei da indipendente. Non con loro».
Però!
Il resto, è sport e amore per i colori blucerchiati. Certo, di fronte a bilanci della Erg così floridi tutti i tifosi sognerebbero grossissimi acquisti. Ma azienda e squadra sono due mondi diversi, a tal punto che la Erg ha bisogno di una speciale autorizzazione per poter sponsorizzare la Sampdoria, come richiesto dagli enti di vigilanza per società in qualche modo apparentate. E poi, si sa, papà Duccio è un investitore oculato. A tratti, fin troppo. Edoardo è in linea, anche se ha qualche idea diversa. Per esempio, sullo stadio. Trasta è solo un ricordo: «Io penserei invece a Marassi gestito direttamente dalle due società, che lavrebbero in concessione dal Comune, con un uso molto più intelligente degli spazi: negozi, ristoranti, spazi per gli sponsor. Con tutto il rispetto per i giornalisti, ma è possibile che i posti più belli siano quelli per la stampa?». La domanda è bella e impossibile, la sfida pure, la possibilità di riuscire a realizzare il sogno di Garrone junior deve sfidare da un lato la burocrazia e dallaltro una società troppo impegnata a polemizzare sui caffè non offerti da Genova per impegnarsi in un progetto così alto e ambizioso.
In attesa del nuovo stadio e della nuova Sampdoria, Edoardo racconta la nuova sponsorizzazione. La Erg sarà di nuovo sulle maglie del Doria, ma solo per il campionato: «Per la Coppa Uefa e per la Coppa Italia cerchiamo altri sponsor che ci affianchino in questa straordinaria avventura». E poi, novità assoluta per i colori blucerchiati, arriverà anche lo sponsor a messaggio variabile.
Non so voi. Ma se si candidassero a sindaco, io un pensierino ce lo farei.
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