«Edoardo II» di Christopher Marlowe, nella traduzione di Letizia Russo e con l'adattamento e la regia di Antonio Latella, nella produzione del Piccolo teatro sarà in scena al teatro Grassi dal 18 al 30 aprile. Uno spettacolo crudo, di forte impatto emozionale, messo in scena da uno dei registi più interessanti e prolifici della generazione dei trentenni che mette a nudo vita, passione, omosessualità, inferno e morte con atroci sofferenze di Edoardo II, re d'Inghilterra. Dunque sono amore, morte e potere i temi principali del testo di un autore definito in un certo senso maledetto, colto, contemporaneo di Shakespeare, molto discusso, dalla vita torbida, finita, essa stessa, in tragedia.
Secondo Latella «se Shakespeare è capace di perifrasi straordinarie per esprimere concetti, Marlowe possiede la dote di essere sempre diretto». E le parole di Marlowe, in «Edoardo II», lasciano il segno: muore un sovrano, ma la mente e il cuore del figlio che gli dovrà succedere si rivolgono subito al giovane amato. Da qui si sviluppa la vicenda, caso unico nella drammaturgia elisabettiana, di un re - appartenente alla dinastia dei Plantageneti e vissuto nel XIV secolo - che perde il trono a causa di un amore profondamente trasgressivo, un sentimento omosessuale rivolto a un uomo di ceto inferiore.
Ma Edoardo è determinato e, nella lettura di Latella, il nucleo del racconto è proprio «la terribile lucidità del sovrano nel perseguire la propria morte». Richiamando l'amato Gaveston a corte sa che questo causerà la morte di entrambi.
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