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Egitto, strage davanti a una chiesa: 21 le vittime ad Alessandria

Autobomba esplosa dopo la Messa di mezzanotte. Scontri tra cristiani e musulmani

Non si arresta la mattanza dei cristiani in Africa. Il sangue dei fedeli continua a macchiare le mani degli islamici che prendono d'assalto le chiese con attentati. Due tragici attentati hanno gettato nel dolore e nella disperazione la notte di Capodanno: ad Alessandria d’Egitto un’autobomba esplosa davanti ad una chiesa alla fine della messa di mezzanotte ha fatto almeno 21 morti, mentre almeno 11 persone sono rimaste uccise in un’esplosione avvenuta questa sera in un mercato molto frequentato situato all’interno di una caserma nella capitale nigeriana Abuja.

L'attentato ad Alessandria E' stato un duro colpo per la folta comunità cristiana d’Egitto, e una notte da dimenticare per i copti di Alessandria, bersaglio dell’esplosione all’uscita da una funzione religiosa per propiziare il nuovo anno. Un testimone oculare ha riferito di un "bagno di sangue", seguito da un via vai di ambulanze tra i corpi martoriati a terra. Cristiani e musulmani si sarebbero poi affrontati a colpi di bastone nelle strade adiacenti. Ce n'è abbastanza per riportare alla memoria le minacce espresse nel novembre scorso dall’ala irachena di Al Qaida che, dopo aver rivendicato un sanguinoso attentato alla cattedrale siriaco-cattolica di Baghdad, aveva minacciato la comunità copta egiziana, particolarmente numerosa tra i cristiani del Medio Oriente. I terroristi islamici avevano ingiunto di "liberare" due cristiane egiziane "tenute prigioniere in monasteri" per impedire loro di convertirsi all’Islam. I copti sono fra il 6 e il 10% dei circa 80 milioni di abitanti dell’Egitto. L’attentato della scorsa notte, che non è stato al momento rivendicato, è avvenuto a mezzanotte e mezza nel quartiere di Sidi Bishr della grande città affacciata sul Mediterraneo, davanti alla Chiesa dei Santi (Al-Qiddissine). Secondo le prime ricostruzioni, l’automobile imbottita di esplosivo è stata parcheggiata davanti alla chiesa dieci minuti prima dello scoppio. Un testimone ha detto alla tv di aver visto delle persone scendere dal veicolo, una Skoda. Lo scoppio, fortissimo, è avvenuto quando i fedeli uscivano dalla chiesa e si è immediatamente propagato alle automobili vicine, esplose moltiplicandone l’effetto devastante. Il bilancio definitivo dei morti secondo il ministero della Sanità è di ventuno.

La reazione dei copti per le strade Dopo l’attentato, mentre le ambulanze facevano avanti e indietro per soccorrere le vittime, gruppi di copti esasperati hanno cominciato ad aggredire musulmani nelle strade circostanti. Il ministero dell’Interno egiziano ha imposto misure di sicurezza durissime intorno a tutte le chiese e ha raddoppiato la presenza degli agenti per contrastare ogni eventuale attacco. Stretti controlli sono stati anche imposti al governatorato di Marsa Matruh, sul litorale e all’aeroporto del Cairo per impedire la fuga degli autori dell’attentato. "Lo sforzo islamico di ripulire il Medio Oriente dai cristiani è aumentato", scrive con amara ironia un sito copto. Al Azhar, invece, la più alta istanza dell’Islam sunnita, ha gettato acqua sul fuoco, condannando l’ attentato di Alessandria. In un comunicato pubblicato dall’agenzia di stampa egiziana, il presidente egiziano Hosni Mubarak ha chiamato "gli egiziani, copti e musulmani, a conservare la loro unità di fronte alle forze terroristiche che minano la stabilità della patria e la sua unità".

Un testimone: "E' stata un'autobomba" "Ho visto parcheggiare una macchina in doppia fila, poi ne sono scesi due giovani e si sono dileguati. Poco dopo l’auto è esplosa", ha raccontato all’Ansa una testimone, una signora musulmana, che abita proprio sul luogo dell’attentato alla Chiesa dei Santi ad Alessandria d’Egitto e che casualmente era affacciata al balcone poco prima dell’esplosione che ha causato 21 morti tra i fedeli che uscivano dall’edificio dopo la messa di mezzanotte. Dopo le notizie della nottata che parlavano di un attentato compiuto con un’autobomba, il ministero dell’Interno egiziano ha affermato - in un comunicato - che l’attentato è probabilmente opera di un kamikaze.

Nuovi scontri in Nigeria La deflagrazione è avvenuta al "Mammy market" nella caserma Sani Abasha, un’area sempre affollata di persone che vi si recano a far compere e a mangiare. "Undici sono i morti accertati", ha detto una fonte della sicurezza. Un testimone ha raccontato che si stava avvicinando alla zona per partecipare ai festeggiamenti per il Nuovo Anno quando ha udito l’esplosione. "La gente - ha detto Eric - scappava da tutte le parti. C’erano diversi corpi, di morti e feriti. L’esercito ha usato i camion per portarli via". Lo scorso 24 dicembre alcune persone rimasero uccise nell’esplosione di una bomba in un villaggio vicino a Jos, nella cosiddetta "Middle Belt", regione già teatro di gravissimi scontri tra cristiani del sud e musulmani del nord. Nelle successive violenze tra le due comunità sono morte oltre 80 persone.

La condanna della Farnesina La Farnesina condanna fermamente l’attentato di stanotte ad Alessandria d’Egitto ed esprime la propria vicinanza alle famiglie delle vittime, e la sua più totale solidarietà alle autorità e al popolo egiziano.

La Farnesina sottolinea che l’Italia continuerà a far sentire la propria voce, in ambito europeo ed internazionale, affinché la libertà di religione venga pienamente tutelata in ogni possibile circostanza, affinché venga posto fine al più presto agli efferati episodi di drammatica e sistematica violenza e persecuzione a cui sono da troppo tempo sottoposte le Comunità cristiane in varie aree del mondo.

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