Anno scolastico ai nastri di partenza ma senza insegnanti. Il 17 settembre i bambini delle scuole elementari torneranno ai loro banchi. Molti non troveranno le maestre che avevano l'anno scorso. Tante supplenti sono entrate infatti di ruolo. Ma non abbastanza per coprire tutti i posti vacanti. Tantissime sono ancora le cattedre vuote. Così molte classi saranno costrette a seguire un orario ridotto, non avranno la possibilità di avere la mensa e nemmeno i pomeriggi.
«E poi il ministro Fioroni parla di riattivare il tempo pieno - alza la voce Gabriella Santiloni di una scuola primaria della Valbisagno - Noi per poter avere un organico più o meno completo dobbiamo chiedere ad alcune insegnanti di inglese di andare nella classe comune e lasciare così il loro posto». «È vero - continua - che il ministro ha voluto abolire le tre I e quindi la lingua straniera non la ritiene indispensabile. Ma nei programmi ministeriali esiste, le insegnanti in ruolo le avevamo e i bambini nel 2007 sono obbligati a sapere almeno una lingua straniera. E l'inglese, sicuramente, è quella più usata in tutto il mondo. Solo gli italiani non la sanno». Alla elementare «Giovine Italia», invece, manca proprio una insegnante. La direzione provinciale non ha mandato l'organico di fatto e in questo modo il corpo docenti è sottodimensionato. «Non riusciamo a fare nemmeno l'orario - dice Emilia Cabella - siamo nei moduli, un tempo scuola da gestire in maniera molto più difficile rispetto al tempo pieno. Mancando una maestra - continua - siamo costrette tutte a prestare almeno due ore del nostro servizio in questa classe. Così i poveri bambini saranno costretti a vedere tantissime insegnanti da far girare loro la testa».
Inoltre inizia già il balletto dei supplenti. Tra le prime chiamate c'è addirittura una maestra che ha rinunciato alla nomina per «motivi religiosi». Nessuno si spiega che cosa vuole dire. Tranne che, improvvisamente, questa persona, sia andata a prendere i voti. «Da lunedì - spiega Daniela Susini, vicepreside di una scuola di Marassi - incominceremo con le chiamate dalla direzione e a mandare i soliti mille telegrammi, in attesa che qualcuno ci risponda e si decida a prendere i posti vacanti a tempo determinato». Tutti si chiedono perché, con le nuove immissioni di luglio, quest'anno la scuola non possa iniziare normalmente, con tutti i bambini seduti ai propri banchi e gli insegnanti alle cattedre.
«Se non si potrà - dice Gabriella Santiloni - non faremo la mensa, i bambini usciranno prima e i pomeriggi non verranno fatti. Può darsi che in questo modo riusciremo anche a sensibilizzare i genitori che ci aiutino nella nostra battaglia». Anton Maria Chiassone, dei Cobas, promette già di scendere sul sentiero di guerra. «Abbiamo grossi problemi anche con gli insegnanti di sostegno - dice - tantissimi bambini diversamente abili non saranno seguiti per tutte le ore di cui necessitano. Dovremmo così chiedere alle famiglie che non li portino a scuola». In molte scuole si dirà addio anche alla compresenza. Queste ore verranno usate per impegnare le insegnanti in ruolo in supplenze sulle classi scoperte. Un nuovo modo per risparmiare. «Non dimentichiamoci inoltre - dice Simonetta Garbarino, ausiliare - che in tutte le scuole ci sono meno bidelli. Un grosso problema per le pulizie e per la sorveglianza degli alunni».
Alla «Da Passano» dove solo il secondo piano è stato ridipinto dal Comune, le aule sono ancora sporche con quintali di polvere.
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