È ormai sera quando un manipolo di armati intercetta il pugno di cavalieri che galoppa verso Nord, in direzione di Chartres. Ancora poche miglia e sarebbero entrati nelle terre del re di Francia, mettendosi al sicuro. Ma per quel novembre del 1173 era scritto che la regina dei trovatori venisse scoperta: era lei, Aliénor, che si celava sotto abiti maschili, i modesti panni di uno scudiero. Aveva appena più di cinquantanni, era moglie e madre di re. Ma era pure a capo di una vasta trama internazionale che sollevava contro il re suo marito i loro figli e i vassalli dAquitania.
Non laveva delusa anche lui, il potente e dinamico Enrico II Plantageneto, conte dAngiò, duca di Normandia e re del regno dellAquilone, ovvero dellInghilterra? Eleonora laveva sposato nel maggio del 1152, giusto un paio di mesi dopo essersi fatta annullare il matrimonio con Luigi VII di Francia. Perché era stata anche regina di Francia. Dal 1137, a quindici anni, quando si era unita con il diciassettenne Luigi che, in quello stesso anno, era divenuto re. E proprio da quellex marito un tempo dileggiato - «Pensavo daver sposato un uomo, non un monaco», aveva detto una volta - aveva cercato rifugio contro le ire di Enrico.
Ma le era andata male: certo, la rivolta si accendeva in più punti e già i figli erano al sicuro in terra francese, ma lei era finita nelle mani del suo antico amato. Enrico, di dodici anni più giovane e pieno di vita. Comera dissimile dal suo primo marito, educato per diventare abate e incoronato re di Francia per la prematura scomparsa del padre e del fratello maggiore. Il pio, il devoto Luigi, dal quale aveva avuto solo due figlie. Con Enrico era stato diverso: cinque maschi e tre femmine, oltre a unattività politica senza eguali, avanti e indietro per i loro immensi domini, a costruire un regno che molti definivano «Impero».
E lei ne era la sovrana: amministrava, consigliava, raccoglieva fondi e stringeva alleanze, allevava rampolli destinati a cingere altre corone. E si faceva attorniare dallarte e dalla musica. Nella sua corte di Poitiers, la capitale dellAquitania ereditata dal padre, fiorivano le «corti damore» fatte di eros ideale e carnale, metaforico e burlesco. Chierici e laici, maestri e trovatori si incontravano e tenzonavano in rima, facendo conoscere al Nord il modo di poetare del Sud e al meridione la materia di Bretagna - Artù, i suoi cavalieri, presto il Graal - che veniva da settentrione. Daltronde Aliénor era nipote di Guglielmo IX, il duca dAquitania che è rimasto nella storia della letteratura mondiale come il primo trovatore e il primo poeta in lingua volgare dellEuropa medievale.
Guglielmo era stato, secondo il biografo, larcs de dompnejar, «largo nel donneggiare», un gran seduttore. Eleonora dovette ritrovare qualcosa del proprio avo nel comportamento sessuale del marito Enrico, niente affatto placato dalle giostre amorose con la sua nobile e bella consorte - splendida e leggiadra, persino troppo leggera lhanno chiacchierata molti suoi contemporanei - e dedito allo sport amoroso con amanti e concubine. Come Rosamunda, anchella fair, «bella», e giovane. Sì perché gli anni passavano ed Eleonora, se pure poteva coprire le rughe del collo con la seta, non poteva impedire che Enrico percorresse la sua strada.
Fu allora che la regina vide nei suoi figli un nuovo destino. Si mise a lavorare per loro sino allaperta ribellione al padre e al marito in quel fatidico 1173. Seguirono anni di cattività, prima dura poi più lieve, interrotta dalla morte di Enrico nel 1189, quando re dInghilterra divenne il prediletto, Riccardo Cuor di Leone che tanto le somigliava e che la regina madre, reggente del regno, avrebbe sottratto alla prigionia in terra tedesca nel 1194. Da lì al 1204, quando si spense agli inizi di aprile, fu la saggia regina che tenne in piedi un regno finito nelle mani del suo ultimo nato, Giovanni «Senza Terra», rivelatosi un incapace. Si fece seppellire nellamata abbazia di Fontevrault, poco a Nord di Poitiers. E nel mausoleo di famiglia ritrovò il suo Enrico e il suo Riccardo.
La vita di Eleonora dAquitania sembra fatta per attirare ammirazione e riprovazione, dal XII secolo a oggi. E per smontare uno dopo laltro i molti pregiudizi che da sempre gravano sul Medioevo. Buio? Si pensi alla corte di Poitiers. Bacchettone? Ma per favore! Maschio? Eleonora li strapazzò, i suoi uomini, e la prigione in cui venne rinchiusa rappresenta lapoteosi del suo valore politico, non certo il simbolo duna ipotetica inferiorità sessuale.
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