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Elicottero atterra in carcere e tre detenuti prendono il volo

Due complici hanno noleggiato il velivolo e quindi costretto il pilota a dirigersi sulla prigione

Alberto Toscano

da Parigi

Avevano calcolato tutto nei minimi dettagli. Un mese fa due signori dall’aria sportiva si sono presentati alla società che gestisce i voli privati all’aeroporto di Albertville, in Savoia, per prenotare un elicottero per il pomeriggio di sabato 10 dicembre : «Vogliamo andare a fare un’escursione e un po’ di belle fotografie», hanno detto pagando l’acconto. All’ora fissata, poco prima delle 15, i due tipi dall’aria distinta si sono presentati all’appuntamento, ma il pilota, appena acceso il motore dell’elicottero, si è visto puntare addosso un revolver e intimare la nuova rotta: il carcere di Aiton, dove in quel momento 483 detenuti stavano cominciando a prendere un po’ d’aria nel cortile interno.
Diversamente da molte altre prigioni francesi, quella di Aiton, distante una ventina di chilometri dall’aeroporto di Albertville, è sprovvista di reti protettive sul cortile principale. Una dimenticanza che si spiega solo in parte col carattere di questa prigione, dove non dovrebbero trovarsi detenuti particolarmente pericolosi. In realtà le case di pena francesi sono ormai stracolme di prigionieri, che vengono sistemati dov’è possibile. Ecco che tre rapinatori e trafficanti di droga sono finiti tutti insieme ad Aiton in attesa del processo che inevitabilmente avrebbe segnato per loro un nuovo periodo di detenzione dopo altre precedenti esperienze dietro le sbarre. Ma all’esterno gli amici della banda disponevano di un’eccellente organizzazione per trasformarli in altrettanti latitanti.
L’evasione è stata un capolavoro di precisione. Alle 15,12 l’elicottero bianco-rosso del Soccorso aereo francese (Saf) si è posato nel cortile del carcere e i tre detenuti, preavvisati dell’iniziativa, sono saliti a bordo in una manciata di secondi, mentre le guardie carcerarie non osavano ricorrere a fucili e pistole per impedire la rocambolesca evasione. Così il rapinatore corso Jean-Claude Moretti, il trafficante d’origine maghrebina Mohammed Bessam e l’altro pregiudicato Hubert Seles hanno ritrovato la libertà dopo che l’elicottero si è posato lungo la strada per Grenoble, a una cinquantina di chilometri dal carcere. Il pilota del velivolo ha stentato a ripartire, talmente era scosso da questa vicenda. Ieri era ancora sotto choc.
Dei tre evasi e dei loro due complici non si sa più nulla. Il dispositivo di posti di blocco, messo in atto nei dipartimenti della Savoia e dell’Isère, è stato tolto ieri mattina dopo essersi rivelato del tutto inutile. «Evidentemente i complici dei fuggitivi avevano concepito questo piano nei minimi dettagli», si sono limitati a constatare mestamente i responsabili delle forze dell’ordine. C’è il timore che uno o più fuggiaschi tentino di raggiungere il territorio italiano, non molto distante dal luogo dell’evasione.
A Parigi e in Savoia esplodono intanto le polemiche.

Possibile che nessuno abbia pensato alla protezione della prigione savoiarda, Dove si trovavano anche detenuti pericolosi come Moretti, Bessam e Seles? Ed è possibile che persone armate fino ai denti abbiano potuto entrare tranquillamente in una base di elicotteri, situata per di più nei pressi di una prigione?

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