«Elio? Ha la puzza sotto al naso Torno a lavorare con Morgan»

L’ottimismo ritmico del boogie-woogie e un’acconciatura anni Quaranta: Simona Ventura entra in scena addobbata come Rita Hayworth, sulle note di una musica che fa tanto America del dopoguerra. Quelli che il calcio e... torna su Raidue da domenica prossima alle ore 13.50 e questa sigla è perfetta: «Quel periodo storico vibrava di ottimismo, di voglia di ricominciare. Noi di Quelli che il calcio ci sentiamo così». Il cast di Quelli che il calcio torna su Raidue quasi immutato: le tre novità si chiamano Virginia Raffaele, attrice e imitatrice comica passata anche per la corte della Gialappa’s, il pargolo di casa Pooh (vincitore dell’ultima edizione dell’Isola) Daniele Battaglia e il giornalista Amedeo Goria, che gestirà le interviste a caldo in un dopo-partita scelto settimanalmente (il primo match sotto la lente sarà Juve-Samp). Squadra che vince non si cambia: Stefano Bettarini e Massimo Caputi per il commento tecnico, l’inviato Aldo Biscardi, Matteo Materazzi e i comici David Petrelli e Ubaldo Pantani (quest’ultimo imiterà il milanista Ibra al ritorno in Serie A). Di fronte al caso degli sms di Cosa Nostra (i boss scoperti a passarsi pizzini telematici sfruttando la trasmissione, ndr), la Ventura spiega: «Quest’anno niente sms: siamo attuali e ci buttiamo sulla videochat, con la postazione Internet riconfermata ad Alessandro Cattelan e Francesca Macrì». E a proposito di imbarazzi, ci si chiede se, tra le varie parodie potrebbe affiorare qualcosa su casa Tulliani: Ventura risponde che per ora non è in agenda, il direttore di rete Massimo Liofredi precisa che «la satira non va mai censurata». Già, la censura...

La Ventura sfodera un’altra sorpresa: un nuovo progetto, non per la Rai, assieme al suo amico Morgan (ex giudice di X Factor, allontanato dal programma dopo aver rilasciato un’intervista in cui ammetteva l’uso di droga). Poi lancia una frecciata a Elio: «Sembra che abbia tutta quella puzza sotto il naso, ma se il programma è quello che è, il merito è anche mio».