Eliseo in pena per il film sull'ascesa di Sarkozy E i produttori: "In atto un'autocensura dolce"

Con buona pace dei piagnoni di casa nostra, che incolpano la Rai di censurare Silvio forever, arriva dalla Francia un altro caso ghiotto. I fratelli Altmayer denunciano la stessa fine per La conquete, thriller politico su Sarkozy: "Siamo al cospetto di un’autocensura"

Eliseo in pena per il film sull'ascesa di Sarkozy 
E i produttori: "In atto un'autocensura dolce"

Con buona pace dei piagnoni di casa nostra, che incolpano la Rai di censura preventiva, imposta ab alto per quanto riguarda Silvio forever (il docufilm di Faenza è noiosissimo, questo è tutto), arriva dalla Francia libera, uguale e fraterna un altro caso ghiotto. E’ quello di La conquete, thriller politico su Nicholas Sarkozy, ritratto durante la sua irresistibile ascesa all’Eliseo, dall’aprile 2002 al maggio 2007. A dirigere questa pellicola, in odor di Croisette (e ci sarà da fare, a Cannes, con il morettiano Habemus Papam in concorso) ecco Xavier Duringer, ingaggiato al posto di François Ozon dai produttori, i fratelli Altmayer, Eric e Nicholas. E sono proprio loro a lamentarsi della censura preventiva, visto che oggi è iniziato il battage pubblicitario: il film, in Francia, esce l’11 maggio.

"E’ vero che da noi non si fanno film politici, ma qui siamo al cospetto di un’autocensura, diciamo dolce. TF1 non ne vuol sapere, e Canal+ resta a guardare. E invece noi credevamo che la Francia si sarebbe comportata come l’Inghilterra, con la BBC in prima linea a diffondere lo stupendo film di Stephen Frears, The Queen", chiosa Eric Altmayr, mirando ai diritti d’antenna. E’ chiaro che siamo al cospetto di un lancio: ormai, se non è polemica, è nulla di fatto. Però a "monsieur Bruni", estremamente suscettibile come sa chiunque abbia avuto a che fare con lui (chiedere al giornalista di Paris Match licenziato, perché spettegolava su Carlà o alla povera Rachida Dati, usata e buttata come troppo ingombrante) potrebbe dispiacere il suo ritratto. Circondato da un drappello di guardie del corpo, che gli impediscono di fare jogging, alte e muscolose come sono; maltrattato dall’ex-moglie Cécilia, ambiguo nel suo rapporto di amore-odio con Chirac e Villepin, il "Nanoleone" dell’Eliseo non fa una gran figura.

A interpretarlo è stato chiamato Denis Podalydès, somigliante come una goccia d’acqua al politico franco-ungherese, che nei tratti conserva molto della terrena brutalità magiara. La sceneggiatura è firmata dallo storico Patrick Rotman, autore di testi su François Mitterrand, tuttora un mito della douce France e su Chirac, contestato ma rispettato. Il Sarkò qui descritto, invece, fa la parte del pesce in barile, dell’arrampicatore sociale in eterna rivalità con Dominique de Villepin.Però, in salsa moderata per non avere noie legali (niente "caso Clearstream", per esempio). E Carlà? Risulta assente: non era entrata nella vita del Presidente, stando al film. Come non pervenuta risulta Ségolène Royal… Stando al consigliere presidenziale per le comunicazioni, Frank Louvrier, è avvenuta per puro caso (sguardando in Internet) la scoperta del film, tuttora in fase di postproduzione (distribuisce il gigante Gaumont).

"Il fatto è che i momenti di oggi appartengono già alla storia", ha detto l’esperto. Sarà: sta di fatto che, qua, i film su soggetti politici viventi si moltiplicano (vedi, tra gli altri, i lavori su Sarah Palin e Margareth Thatcher) ed ormai è come se vivessimo in un continuo stream, dove non si distingue più la surrealtà del personaggio politico onnipresente nei talk show dalla narrazione cinetelevisiva delle star dei piani alti. Eppure, appena ieri faceva scandalo W, il film dell’americano Oliver Stone sul presidente Bush, in vita mentre la pellicola sbarcava nelle sale. E fin qui, i vari Invictus (dedicato a Nelson Mandela), Il Divo (su Andreotti) The Queen (sulla regina Elisabetta d’Inghilterra) e lo stesso Silvio forever alla fine si sono rivelati più esegetici che polemici.

Data la corsa di Sarkò per l’Eliseo; data l’uscita di album+film della signora Bruni, con Woody Allen che, morto e sepolto negli Usa,viene a battere cassa in Europa e perciò incensa Carlà "grande attrice" ogni due per tre, qui c’è puzza di pubblicità. Anche se l’operazione parte leftist, con il nostro compositore dem Nicola Piovani a firmare la colonna sonora de La conquista.

Che belli i tempi in cui venivi a sapere che Mitterrand aveva un figlia segreta, Mazarine,solo post mortem. Quando la vedova, tipica grande moglie di una grande personalità, fece sfilare quel "frutto dell’amore" accanto a sé, durante le esequie, come una di famiglia. Un’altra classe. Un’altra epoca.

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