Eliseo, Ségolène scatenata resa dei conti tra i socialisti

Oggi le primarie del Ps per eleggere il candidato alla presidenziali. La favorita Royal ripesca il femminismo e mette in difficoltà i due rivali

Alberto Toscano

da Parigi

La sfida delle primarie in casa socialista (nella prospettiva delle elezioni presidenziali francesi, in calendario per i giorni 22 aprile e 6 maggio, primo e secondo turno) era cominciata in punta di fioretto ed è finita a sciabolate.
Il salto di qualità nel tono delle polemiche è stato dato lunedì sera a Parigi dalla favorita Ségolène Royal, che in un grande meeting pubblico ha accusato di maschilismo i suoi due rivali: Laurent Fabius, fautore del fronte socialcomunista, e Dominique Strauss-Kahn, assertore di una linea socialdemocratica. Per attaccare gli avversari, che in fin dei conti fanno parte del suo stesso partito, Ségolène ha citato due frasi che - secondo alcuni media transalpini - essi avrebbero detto in privato a proposito di lei. Non si tratta dunque di frasi certamente attribuibili a Fabius e Strauss-Kahn, ma di un «sentito dire», che lascia la porta aperta a ogni interpretazione.
Ecco Ségolène Royal, 53 anni, provocare i fischi e i «buuuh» dei suoi numerosi fans (alcune migliaia) citando come perfettamente autentica la frase con cui Fabius avrebbe affermato: «Ma se Ségolène entra all’Eliseo, chi starà a casa a guardare i bambini?». Una vera stupidaggine in un Paese in cui - benché le donne in politica siano effettivamente poche - il mondo del management e dell’alta finanza sta aprendosi al gentil sesso. In Francia, tanto per fare un esempio, l’industria nucleare (senza cui l’Europa intera sarebbe in difficoltà nell’accendere la luce) è guidata da una donna: Anne Lauvergeon. Ancora ieri Fabius ha smentito d’aver pronunciato quelle parole, ma dal punto di vista di Ségolène è molto comodo presentarsi come vittima del maschilismo dominante.
Eccola ancora attaccare con analoghi argomenti Strauss-Kahn. La settimana scorsa, dopo l’ultimo dei tre dibattiti televisivi tra gli aspiranti alla candidatura socialista all’Eliseo, Strauss-Kahn sarebbe andato a cena con gli amici, commentando ironicamente la scarsa preparazione dimostrata da Ségolène su una serie di temi di politica internazionale. In tale occasione egli avrebbe detto della rivale: «Faceva meglio a starsene a casa a rileggersi le sue ricette di cucina». Altra frase sciocca, drasticamente smentita dall’interessato. Solo che Strauss-Kahn non si è limitato a smentire. Ha contrattaccato, accusando la Royal di far leva sul femminismo per mascherare l’assenza di una chiara linea politica. Secondo i due suoi sfidanti, che sono stati ambedue ministri dell’Economia (Fabius anche primo ministro), Ségolène è priva di esperienza e di idee interessanti, circostanza che la spinge a immaginarsi proposte improbabili (come l’istituzione di tribunali popolari per giudicare l’operato dei politici) e ad aggrapparsi polemicamente a ogni argomentazione femminista.
Però una cosa è certa: Ségolène Royal continua a essere in testa ai sondaggi svolti tra i simpatizzanti del Partito socialista, che vedono in lei soprattutto un simbolo di rinnovamento. Sondaggi ambigui perché nessuno sa esattamente con che criterio siano stati scelti i destinatari delle domande. Sondaggi comunque slegati dalle primarie di oggi, a cui non potranno partecipare i simpatizzanti, ma soltanto gli iscritti al Partito socialista. I quali sono pochi: appena 219mila. Ségolène può star tranquilla solo vincendo al primo turno, ossia ottenendo oggi un centinaio di migliaia di voti (visto che i votanti veri e propri saranno meno degli aventi diritto). Se non arriverà alla soglia del 50 per cento, la Royal - che arriverà quasi certamente al primo posto - rischierà di trovarsi di fronte a una coalizione tra i suoi due rivali. Si tratterebbe di una coalizione «contronatura» visto che essi rappresentano la corrente ortodossa e quella pragmatica del partito, ma nessuna ipotesi potrebbe essere esclusa nel caso fosse necessario un secondo turno.

Neppure quella che - di fronte al rischio d’una scissione - il segretario del partito François Hollande (che è poi il «marito», anche se non si sono mai sposati, di Ségolène, da cui ha avuto quattro figli) decida di presentarsi lui alle presidenziali con l’appoggio di tutte le correnti.

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