(...) doriano non dovrà essere operato. E credo sia la notizia sportiva più bella che si potesse dare.
Intendiamoci, quando qualcuno si fa male, di qualsiasi squadra sia, qualsiasi maglia indossi, quale che sia il nostro tifo, è sempre una pessima notizia, qualcosa che fa male a ogni vero sportivo. Ad esempio, il nuovo stop per Jankovic, di cui potete leggere qui sotto. Ma, se possibile, per Jankovic, come per Nicola Pozzi, è qualcosa che fa più male.
Il giocatore blucerchiato (come il serbo rossoblù) è perseguitato dalla sfortuna: la prima volta, in prestito dal Milan al Napoli, si infortunò nel campionato 2004-2005, riuscendo a giocare solo tre partite (e peraltro, segnando un gol, circostanza che nessun infortunio è riuscito a frenare); poi, nel 2007-2008, allEmpoli in serie A segnò quattro gol contro il Cagliari e qualche giornata dopo era arrivato a due contro il Napoli, quando si ruppe il legamento crociato del ginocchio destro. Domenica scorsa, a Bologna, il terzo crac. Ieri, la visita del professor Martens ha diagnosticato la lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro, escludendo però unoperazione. Certo, la stagione è finita e il recupero non avverrà prima di tre mesi, ma si temeva peggio. Tanto che Pozzi ha spiegato: «Sono contento che linfortunio sia meno grave del previsto e che non sia necessario intervenire chirurgicamente. Non si tratta dello stesso ginocchio operato qualche anno fa e questo è molto positivo. Vorrei ringraziare tutti i tifosi che mi sono stati vicini, oltre naturalmente allallenatore, ai miei compagni e ai dirigenti».
Insomma, buone notizie. E, soprattutto, notizie meritatissime. Perchè, al di là della sfortuna che lha perseguitato in carriera, Pozzi ha dimostrato anche al Doria di essere un grande giocatore: da quando è entrato in squadra al posto di un Cassano che in questo momento, dallesternazione sulla Nutella in poi, è la controfigura del grandissimo giocatore che è stato (anche a Genova), la Samp ha fatto il salto di qualità. Nicola torna, lotta su tutte le palle, difende, attacca, ci crede.
Ma, soprattutto, Pozzi ha dimostrato di valere anche fuori dal campo quello che vale in campo. Serio, educato, misurato, perbene, persino capace di credere alluso delle parole come a quello della palla: lineare, senza effetti, ma straordinariamente efficace. In una parola, romagnolo.
Di Santarcangelo di Romagna, per la precisione.
A prestissimo, Nicola.
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