Emergenza abitativa, decide Action

Il Campidoglio affronta l’emergenza abitativa. E lo fa, come sempre più spesso accede negli ultimi anni, di comune accordo con Action. Mercoledì scorso la giunta Veltroni ha approvato la terza fase del suo piano-case. Dopo la delibera 110 del 2005 e quella del piano straordinario, votata il 12 aprile, è arrivato la scorsa settimana il nuovo provvedimento attuativo. Saranno 10.150 gli immobili che il Campidoglio e l’Ater intendono acquisire e mettere a disposizione dei romani che vivono sulla propria pelle l’emergenza-casa nel quinquennio 2007-2011. È quanto si legge nella bozza preparata dall’Assessorato alle Politiche abitative pubblicata ieri dall’agenzia AsgMedia.
Fin qui le buone notizie. Le cattive, invece, arrivano dal numero di immobili destinati agli occupanti (il 25 per cento del totale) che così supereranno la graduatoria stilata dal Comune, e dal modo in cui si sono prese le decisioni e cioè d’accordo con il movimento di D’Erme. Al punto 6 della bozza si legge infatti che solo il 75 per cento degli alloggi verrà assegnato utilizzando «la vigente graduatoria del bando generale». E il restante 25 per cento? «Alle emergenze individuate al numero 3, lettere d1, d2, d5 e, ed f». Quasi tutti a chi occupa «immobili di proprietà pubblica da destinare a uso pubblico» (che saranno sgomberati) o chi ha «provvedimenti esecutivi di rilascio forzoso dell’alloggio occupato». Soddisfatta, e come potrebbe essere altrimenti, Action. «Questa delibera è frutto di un accordo tra la maggioranza politica del Comune e i movimenti di lotta per la casa - ha ammesso con compiacimento Paolo Di Vetta, braccio destro di D’Erme -. Abbiamo risolto il problema alloggiativo, per quanto riguarda il piano politico (i centri sociali ndr), invece, dobbiamo ancora parlarne».
Si accontentano del risultato anche i sindacati di categoria. Per Gianluigi Pascoletti, presidente provinciale di Federcasa si tratta di un «risultato importante, che garantisce delle certezze in termini di regolarità dell’assegnazione degli alloggi. Però ora dalle parole si deve passare ai fatti affinché il piano quinquennale non rimanga un bellissimo libro dei sogni».
Ancora controversa, intanto, la questione degli sgomberi. Se nella delibera appare tutta una serie di immobili che dovranno essere liberati (da via De Lollis all’ex Cinodromo a sinistra, a Casa Pound a destra) l’assessore Minelli si è affrettato a precisare che saranno liberati solo gli «immobili di risulta» e cioè quelli occupati dopo la fatidica data del 20 novembre 2006 mentre per gli altri «si sta cercando una soluzione condivisa».
La questione, dopo l’approvazione della delibera in Giunta, approderà adesso in consiglio comunale dove l’opposizione annuncia battaglia.

«È sintomatico venire a conoscenza della bozza sul nuovo Piano per la casa del comune di Roma, che dovrà essere approvata a giugno dalla Giunta, attraverso gli organi di stampa - ha detto il consigliere di An Luca Malcotti - e sapere che questo documento è stato inviato a tutti i movimenti, “per la casa”, senza che prima ne potessero prendere visione i consiglieri e in particolar modo la Commissione comunale per la casa e il patrimonio».

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