di Emanuela Fontana e Vincenzo La Manna
Roma - Ergastolo per chi violenta e uccide la sua vittima. Aggravante per parenti e insegnanti che abusano su ragazzi anche più grandi dei sedici anni. Ridisegnato il reato della violenza di gruppo: non viene punito solo chi abusa, ma anche chi partecipa, guarda, fa il palo. La bozza del decreto antistupri, che porta le firme dei ministri dell’Interno Roberto Maroni, della Giustizia Angelino Alfano e delle Pari Opportunità Mara Carfagna, è molto di più di un anticipo delle misure già approvate dal Senato e che s’intendeva accelerare.
Tra queste rientrava per esempio l’obbligo del carcere per lo stupratore, che non potrà così più accedere né ai benefici di legge né ai domiciliari.
Il decreto infatti è più ampio, s’intende approvare un testo che sia un contrasto fortissimo alla violenza sessuale e «a prova» di necessità e urgenza, che abbia cioè i requisiti per ottenere la firma del capo dello Stato e il consenso informale delle opposizioni. Oggi Silvio Berlusconi salirà al Quirinale per un incontro con il presidente Giorgio Napolitano (ieri era già salito al Colle Maroni). È il primo faccia a faccia dopo i giorni difficili del caso Englaro. All’incontro sarà presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Tra gli argomenti di conversazione ci sarà anche il decreto antistupri che il Consiglio dei ministri voterà venerdì e che verrà subito sottoposto alla firma del capo dello Stato.
Un decreto che Berlusconi intende rendere il più possibile severo ma inattaccabile dal punto di vista costituzionale. Ecco perché, da quello che si apprende, potrebbero non essere più inserite nel testo le ronde dei cittadini volontari nelle città, che ieri hanno scatenato un ampio dibattito nel governo.
Le altre misure confermate sono quindi il carcere obbligatorio per gli stupratori e il gratuito patrocinio per le vittime. Il Viminale sta anche lavorando alla possibilità di aumentare il tempo di permanenza dei clandestini nei Cie per facilitarne l’identificazione, ma senza sconfessare il Senato, che aveva detto recentemente «no» all’estensione a 18 mesi. Si sta discutendo quindi per un’ipotesi di trattenimento di 5-6 mesi. In molti degli stupri denunciati l’autore è proprio un irregolare mai espulso. Allo studio anche un aumento degli organici di polizia.
Nemmeno Maroni ha citato le ronde in un’intervista al Tg1. Alfano aveva mostrato fin da subito le sue perplessità. Renato Brunetta ieri evitava l’argomento: «L’unica che amo è La ronda di notte di Rembrandt». Favorevole il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, contrari il ministro della Difesa La Russa e il sindaco di Roma Alemanno.
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