RomaBari chiavi in mano: il sindaco del capoluogo pugliese, Michele Emiliano, ha fatto le cose in grande per il suo gradito ospite. «È stata unemozione molto forte», ha confessato dopo aver accolto Gianfranco Fini con il massimo onore, la consegna delle chiavi della città.
Così forte, lemozione, che nel Pd e nel centrosinistra barese hanno iniziato a sospettare che dietro non ci sia solo una visita di cortesia, ma una manovra di avvicinamento politico. E contro il sindaco di sono levate critiche aspre, da suo partito e da Sinistra e Libertà, il movimento del suo grande amico-antagonista Nichi Vendola, che non hanno condiviso la sua scelta solitaria di omaggiare Fini. «Solo in una blindata sala consiliare, disertata da molti consiglieri - denunciano i vendoliani - il sindaco ha potuto consegnare le chiavi di Bari a un uomo la cui storia politica anche recentissima è del tutto distante da quella delle forze che governano la città».
Il parlamentare Pd Gero Grassi ha platealmente disertato la cerimonia, e infierisce: «La consegna delle chiavi mi è parsa una mossa strumentale, magari appetibile per Fini che trova una sponda a sinistra e per Emiliano che fa parlare di sé, ma per il resto insensata: che rapporti ha mai avuto Fini con Bari? Nessuno. E allora perché darle a lui e non a Schifani, o a Berlusconi? Non si capisce».
Emiliano, via Facebook e nottetempo, replica ai contestatori: «Soffro intensamente per i pareri negativi, ma non cambio idea». E poi il sindaco lascia cadere unallusiva reminiscenza storica: «Togliatti accettò lalleanza con i badogliani e con i monarchici per dar vita al primo governo dellItalia libera dal Fascismo e proseguire insieme la Resistenza. Absit iniuria verbis». Absit, perché in effetti il parallelo Emiliano-Togliatti e Fini-Badoglio è un po forte. Ma di certo le parole dellirruente ex pm non hanno fatto che alimentare i sospetti che Vendola e una parte del Pd nutrono. Ossia che Emiliano stia tentando lavvicinamento a Fini e a Fli, in vista di futuri scenari terzopolisti e post berlusconiani. E che Fini stia corteggiando il sindaco, ancora molto popolare in Regione, per rafforzare la propria presa sul territorio in una regione del Sud dove Fli non è fortissima, e dove la maggioranza dei quadri sono ancora rimasti nel Pdl di Raffaele Fitto e Gaetano Quagliariello. Si sussurra addirittura che a Emiliano possa essere offerto un ruolo di «referente per il Sud» in una potenziale costituente terzopolista.
Di certo cè che i due, sindaco e presidente della Camera, da qualche tempo si sentono amichevolmente al telefono, senza passare per le rispettive segreterie. E una conferma indiretta degli annusamenti politici arriva dal finiano Digilio, che dice: «È presto per parlarne, soprattutto nelle realtà locali certi passaggi si fanno con grande prudenza. Ma anche da alcuni esponenti del Pd ci arrivano segni di interesse».
Il dalemiano Nicola Latorre è scettico su operazioni di trasformismo: «Un flirt con Fini? Emiliano è un vero flirtista-leninista, ma escludo che ci sia un intento politico».
Nel centrosinistra pugliese però Michele Emiliano soffre la forte concorrenza del governatore («Su nomine e incarichi non riesce a muovere foglia né a premiare i suoi, perché Vendola non gli concede nulla», spiega un dirigente Pd) e sta ormai assai stretto nel suo partito, in difficili rapporti con DAlema e il segretario regionale Blasi. Ha annunciato la partecipazione allhappening dei «rottamatori» del sindaco di Firenze Renzi, ma per il futuro non esclude nulla. Neppure Fini.
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