(...) politici di primo piano. Soprattutto, non si è ancora sentito un parlamentare del centrodestra. Forse sono troppo appassionati allesegesi delle esternazioni sempre più fumose di Marta sulle primarie del Pd che, ogni giorno, riempiono due pagine di giornale. Senza che peraltro si riescano a comprendere fino in fondo due righe delle torrenziali esternazioni vincenziane.
Invece. Invece, da voi arrivano altre parole. Parole pesantissime e che ci riempiono di responsabilità. Ma anche parole che testimoniano il vostro valore morale ed etico, prima ancora che politico. E magari sarò fatto male: ma continuo a pensare che la morale e letica debbano venire prima della politica. E, soprattutto, che la politica senza morale ed etica, non solo non è vera politica. Ma, semplicemente, non è.
E allora lasciatemi ringraziare pubblicamente altri sognatori che si sono iscritti in queste ore al «popolo dei sogni» che sta crescendo attorno a queste pagine. Grazie a Marisa Azzarà, travolgente con la sua passione; grazie a Stefano Garassino; grazie a Giacomo Pronzalino e al suo «abbiamo lo stesso sogno». Grazie, ad esempio, anche ad Alberto Clavarino, uomo del web, con cui abbiamo amabilmente litigato anche su queste pagine sul mio luddismo informatico, ormai superato, che scrive: «Mi iscrivo al partito dei sognatori, oltre che a quello dei lucciofili. Leggo il Giornale la sera, dopo giornate lavorative ultimamente davvero complesse, e vado a letto con un sorriso, con una speranza. Grazie!».
Parole bellissime, pesanti. Parole, soprattutto, che moltiplicano la nostra responsabilità, ma anche il nostro entusiasmo e la nostra forza nel portare avanti questi discorsi, questa battaglia. Che, intendiamoci, è la partita della vita. Della vita di Genova.
Cè un altro messaggio che mi è arrivato. E che è struggente. Un amico ci scrive: «Mi emoziono senza pudore. Non so se aiuta, ma io ci vivo bene». E poi aggiunge: «Le cose migliori per la nostra Genova e per i suoi figli».
Ecco, penso che il punto sia proprio qui. Nella capacità di emozionarsi o di ri-emozionarsi. Nellabbandono di ogni pudore e del cinismo di chi ci fa dire che sono tutti uguali, che siamo tutti uguali. Soprattutto, nella riscoperta della passione. Passione che, si badi bene, non è semplicemente passione politica. Anzi, quella, se cè, è un di più.
Ma è passione etica, civile, morale. È passione per Genova e per la Liguria. È amore per Genova e per la Liguria.
Insomma, non so come andrà a finire tutta questa storia. Magari, poi, il candidato sindaco lo scelgono i soliti noti, nel solito modo. Con una riunione fra una, due, massimo tre persone in una stanza. E gli altri devono dire sì.
Ma, comunque vada, riscoprendo la passione e le emozioni, abbiamo già vinto. Stravinto.
E di questo, per lennesima volta, devo dire grazie solo a voi.
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