Endesa: guerra di Opa tra Enel e E.On

da Milano

Enel raggiunge l’accordo con Acciona per il lancio dell’Opa su Endesa a un prezzo non inferiore ai 41 euro per azione, E.On annuncia che la sua Opa sarà a 40 euro e chiede alla Cnmv (la Consob spagnola) di obbligare Enel e Acciona a cedere i titoli di Endesa in loro possesso, la Cassa di Madrid si schiera con i tedeschi a cui vende il suo 9,9% di Endesa: la battaglia per la conquista del primo gruppo elettrico spagnolo ha subìto ieri un’accelerata, ma presto potrebbe esserci un altro importante scossone. Dopodomani, infatti, il Senato spagnolo potrebbe approvare in via definitiva la riforma dell’Opa (che ha già avuto il via libera del Congresso) che permetterà all’Enel di lanciare l’offerta prima di ottobre. Le Borse hanno reagito dando sostanziale stabilità all’Enel (più 0,08%, di solito invece i titoli scendono in presenza di Opa costose) perché l’accordo con Acciona viene considerato di una valenza strategica che giustifica un premio di maggioranza. Fitch però ha messo sotto osservazione il rating con implicazioni negative. Anche il titolo di E.On ha chiuso piatto (meno 0,2%), mentre Endesa ha registrato un rialzo del 3,6% a 40,04 euro (livello dell’Opa E.On) dopo essersi avvicinata alla soglia dei 41 (livello dell’Opa Enel). Infine, Acciona ha registrato un più 0,25%.
Insomma, è scontro aperto tra l’accoppiata Enel-Acciona e i tedeschi di E.On. Oggi la Cnmv dovrebbe pronunciarsi prima dell’apertura dei mercati sulla fattibilità dell’Opa italo-spagnola, mentre in serata la Cassa di Madrid (dopo voci che parlavano di un rinvio) ha deciso di conferire all’offerta di E.On il suo 9,9% detenuto in Endesa: la Cassa è infatti vicina ai Popolari che appoggiano i tedeschi. Un punto importante, benché atteso, a favore di E.On. La mossa è stata però contestata da Enel che ha affidato ai propri legali l’analisi della «legittimità» di tale decisione alla luce della normativa sull’Opa e dei paletti posti dalla Cnmv. In ogni caso la vendita avverrà tramite uno scambio azionario e Cassa di Madrid continuerà ad avere il possesso formale della quota per due anni. Anche il cda di Endesa ha raccomandato agli azionisti di aderire all’Opa tedesca e ha deciso di conferire le azioni in proprio possesso (circa lo 0,2%).
E.On, dal canto suo, ha scelto il doppio binario dell’aumento dell’offerta e dell’azione legale e ha annunciato che farà causa a Enel e Acciona per aver compiuto «azioni illegali per tentare di ingannare gli azionisti di Endesa e manipolarne il prezzo». La società si rivolgerà anche ai tribunali Usa, mentre ieri ha chiesto alla Cnmv di bloccare l’Opa concorrente. Ma, avverte il quotidiano Handelsblatt, gli azionisti tedeschi «hanno il mal di pancia, la razionalità del business si sta allontanando, E.On sta giocando un gioco decisamente pericoloso». E.On è passata da una prima offerta di 27,5 euro di un anno fa agli attuali 40.
A questo punto è importante dare le dimensioni dei protagonisti e valutare che cosa potrebbe significare la vittoria dell’uno o dell’altro. Se si paragonano i ricavi balza all’occhio un aspetto: E.On è il più grande gruppo elettrico europeo con 67,7 miliardi, Enel è a 38,5, mentre Endesa è a 19,6. La somma di Enel e Endesa si avvicina (a quota 58,1 miliardi) a E.On, ma restano ancora quasi 10 miliardi di distacco.

Se mai arriva quasi a pareggiare la francese Edf che nel 2006 ha registrato 58,9 miliardi di fatturato. Se invece vince E.On, sommata a Endesa arriverebbe a 87,3 miliardi, staccando di gran lunga gli altri concorrenti e lasciando l’Enel nel rango dei medio-piccoli.

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