da Milano
Per ora è solo unanticipazione, ma per Enel è un piccolo passo avanti verso la possibile conquista di Endesa: ieri il ministro dellIndustria spagnolo, Joan Clos, ha detto che la Cne, la Commissione nazionale per lenergia, sta per togliere Viesgo, controllata dallEnel, dallelenco dei cinque principali gruppi elettrici iberici. La decisione dovrebbe essere presa domani. La legge spagnola prevede infatti che non si possano avere interessi in più di uno dei cinque principali gruppi del Paese. Ed Endesa è la prima società energetica spagnola. Si tratta di un primo passo, perché cancellerà il tetto del 10% alla partecipazione che potrà così salire al 24,9% previsto, ma il diritto di voto rimarrà bloccato al 10% dallo statuto di Endesa. Questultimo potrebbe comunque essere cambiato da una futura assemblea degli azionisti.
La presa di posizione di Clos è anche un segnale importante sullorientamento di Madrid rispetto al tetto del 3% posto al diritto di voto delle società che, come lEnel, hanno un importante azionista pubblico. Il governo spagnolo aveva comunque già tolto questo tetto in occasione dellacquisto di Viesgo.
Ieri, per la prima volta dopo vari giorni di fila, non sono comparse nè sui giornali tedeschi, nè su quelli spagnoli, indiscrezioni sulle trattative tra Acciona ed E.On per la vendita del 21% di Endesa detenuto dagli spagnoli: se Acciona accettasse, per lEnel la partita si farebbe veramente difficile. «Noi non ci preoccupiamo per definizione» ha però commentato il presidente dellEnel, Piero Gnudi. Acciona dovrà scegliere tra la ricca plusvalenza offerta da E.On da un lato e i buoni rapporti con il governo madrileno che spinge per un asse italo-spagnolo dellenergia, tagliando fuori i tedeschi, dallaltro. Per farlo ha tempo fino a martedì 27 marzo, due giorni prima della scadenza dellOpa.
Tempi più stretti, invece, per la Cassa di Madrid, anchessa al centro di indiscrezioni contraddittorie. La Consob spagnola ha infatti chiesto ai singoli consiglieri di amministrazione che hanno una partecipazione azionaria (anche stock options) di pronunciarsi entro sabato 24: la Cassa, che detiene il 10% di Endesa, ha un suo rappresentante nel board. E anche qui la banca madrilena avrà due opzioni: schierarsi con il Partito popolare a cui è politicamente vicina, favorevole ai tedeschi, e quindi cedere la sua quota a E.On, oppure scommettere su una vittoria dellEnel, tenersi la partecipazione e, soprattutto, il posto in consiglio. Sempre che poi vinca davvero lEnel.
Comunque vada, ieri il ministro Clos ha messo le mani avanti: il governo di Madrid potrebbe davvero seccarsi e prendere contromisure (non ben precisate) se si concretizzasse lipotesi di uno «spezzatino» di Endesa nel caso in cui non ci fosse un vero vincitore della contesa e i tre protagonisti (Enel, Acciona, E.On) decidessero di spartirsi il gruppo elettrico spagnolo.
La politica, almeno ufficialmente, per il momento se ne sta fuori.
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